Molto toccante la descrizione del nostro quotidiano (alunni di scuola che ascoltano più o meno interessati resoconti di esperienze a loro più o meno estranee, da parte di una “SIGNORA AUSCHWITZ” a loro estranea….).
Non scorrevolissima l’esposizione (ma mi rendo conto che è una mia deformazione professionale…) e in ogni caso ci si può “passare sopra”…
RESTA BELLISSIMO IL MESSAGGIO della bravissima autrice, Edith Bruck, della quale mi piace ricordare questo pensiero: “Chi ha Auschwitz come coinquilino devastatore dentro di sé, scrivendone e parlandone non lo partorirà mai.»
DA NON PERDERE!
latineloqui69