Le regole dello Shangai

“Essere vecchi è come stare accampato in cima al bosco, dove gli alberi sono meno fitti e c’è più luce”

Le regole

Non è il primo libro di Erri De Luca che leggo, anzi. Mi piace moltissimo da sempre il suo stile, per questo lo seguo da sempre nel suo percorso editoriale. Mi è anche capitato di proporre la lettura di qualche suo libro ai miei studenti e di chiederne una recensione. Ricordo, nel dettaglio, una valutazione molto “particolare” da parte di uno di loro, che usò l’aggettivo “delicato”. E non posso che concordare con il mio ex studente, che aveva colto appieno – secondo me – la cifra della scrittura di De Luca. Conoscerlo qualche settimana fa alla presentazione del suo ultimo libro mi ha confermato nella mia idea.

Anche stavolta non si smentisce, scrivendo una storia molto sui generis e molto… delicata (appunto).

I protagonisti sono due (e non hanno nome perché non ne hanno bisogno, come ha spiegato di persona alla suddetta presentazione): una giovanissima ragazza e un uomo anziano. I due si incontrano per caso (come capita spesso nelle opere di De Luca). Sono le due persone più opposte che si possano immaginare: per età, per cultura, per provenienza, per temperamento, per storia personale. Lei è una giovane gitana in fuga dalla famiglia per sottrarsi al matrimonio combinato con un uomo anziano, lui è un orologiaio che sta campeggiando sul confine settentrionale italiano e la accoglie senza remore nella propria tenda. L’incontro inaugura un’intesa fatta di dialoghi notturni sugli uomini e sulla vita, uno scambio di saperi e di visioni  che arricchisce entrambi. Sarà un’intesa che durerà a lungo, anche da lontano, e finirà per modificare l’esistenza di entrambi.

Ovviamente nessuna anticipazione: il libro va letto e goduto appieno. Anche perché dovete scoprire cosa c’entra con tutto questo il gioco dello Shangai, con i suoi quarantuno bastoncini…

Per concludere, un passo che ho trovato bellissimo: “Ho studiato al liceo classico il latino e il greco. Le grammatiche sono orologi, composti di molti pezzi che funzionano insieme. Così quelle lingue mi sono piaciute, però nessuno dei loro autori. Era bello per me il loro meccanismo, non il marchio di fabbrica dei singoli da studiare. La sola eccezione: Epicuro, e di lui una frase: vivi nascosto. Mi riguardava. Epicuro aveva scritto la formula della mia vita”.

In sostanza, un altro libro prezioso. Sotto vari punti di vista!

(dati essenziali della trama tratti da feltrinellieditore.it)