Mameli- Il ragazzo che sognò l’Italia

 

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Confesso: per me Mameli è sempre stato l’autore dell’inno italiano. Lo avevo trovato citato un paio di volte nei libri di storia quando ero studentessa liceale e universitaria, quindi lo sapevo contestualizzare a livello storico,  ma non avevo mai approfondito lo studio della sua figura.  E invece c’era molto, molto di più da conoscere! E questo film per la tv ci ha permesso di farlo.

Goffredo Mameli (c.1849), by Domenico Induno

Goffredo Mameli (c.1849), by Domenico Induno

Consultiamo al volo la pagina di Wikipedia e leggiamo: Goffredo Mameli dei Mannelli, meglio noto come Goffredo Mameli (Genova, 5 settembre 1827 – Roma, 6 luglio 1849), è stato un poeta e patriota italiano. Annoverato tra le figure più famose del Risorgimento italiano, morì a 21 anni a Roma nel 1849 in seguito a una ferita infetta che si procurò durante la difesa della Repubblica Romana. È autore del testo del “Canto degli Italiani”, inno nazionale della Repubblica italiana. Soltanto alcune poesie, tra cui l’inno «Fratelli d’Italia», furono pubblicate in vita dell’autore, spesso su fogli volanti. La sua produzione poetica e i suoi scritti in prosa, perlopiù giornalistici o stesure di discorsi pronunciati pubblicamente, furono raccolti postumi.

E ora andiamo al film per la tv.

La fiction Rai 1 “Mameli – il ragazzo che sognò l’Italia” comprende quattro puntate, dalla durata di 50 minuti. Sul sito di RaiPlay trovo questa descrizione: Tra amori e ideali, il racconto degli ultimi due anni di vita di Goffredo Mameli, giovane studente genovese autore del canto che sarebbe diventato l’Inno nazionale della Repubblica Italiana. Regia: Luca Lucini, Ago Panini.  Interpreti: Riccardo De Rinaldis Santorelli, Amedeo Gullà, Neri Marcorè, Isabella Briganti, Barbara Venturato, Lucia Mascino, Luca Ward, Chiara Celotto, Gianluca Zaccaria, Giovanni Crozza Signoris.

Ma c’è davvero molto di più! A mio avviso si tratta di un film storico ben ricostruito, con ottime ambientazioni, prezioso pathos ed eccellenti recitazioni. Bravissimo il giovane protagonista, intenso e coinvolgente. Preziose alcune figure “di contorno” (si fa per dire…): Lucia Mascino, Maurizio Lastrico, Neri Marcoré, Ricky Memphis e Luca Ward, bravissimi come sempre. Mi ha colpito persino una giovanissima attrice in erba, la bambina Alyssa Libonati, che – pur se destinata a poche e piccole scene – già mostra molta presenza scenica, arricchita da quella spontaneità che solo certi bambini possono avere: credo che farà strada…

Siamo a Genova, dove Goffredo è nato (in realtà la fiction si apre con una bella ripresa del Gianicolo per poi tornare indietro di due anni, ma vedremo poi il motivo…). L’attuale capoluogo ligure all’epoca era parte del Regno di Sardegna, quindi vi si respirava pesante e lieve allo stesso tempo quell’aria di ribellione e quell’ansia di rivolta che caratterizzava la metà dell’Ottocento in Italia.

Tutto comincia con una storia d’amore triste e maledetta. Poi gli anni passano, la memoria dell’amore infelice rimane nel cuore, ma è la Storia a fare irruzione nella vita della famiglia Mameli: madre rivoluzionaria nel cuore, padre generale sabaudo di nome e di fatto, il giovane Goffredo che fa da fratello maggiore ma allo stesso tempo da adolescente ribelle e velleitario. Gli piace scrivere, ma anche agire in concreto. Per questo il suo rapporto con il padre, fino ad allora caratterizzato da affetto, complicità e ammirazione reciproca, si deteriora sempre più, fino a spezzarsi (“Da quando frequenti i Sabaudi sei diventato come loro!”. A seguire: un sonoro ceffone!).

Goffredo sa che rischia la vita ogni volta che esce di casa per provare a concretizzare la sua Idea di Italia. Eppure non si tira mai indietro.

Conosce (emozionato) prima Mazzini poi Garibaldi (“Ma chi? Giuseppe?”) e diventa amico di Nino Bixio, che lo introdurrà nel gruppo dei giovani rivoluzionari genovesi appartenenti alla società segreta “Entelema”. Mameli, spinto dall’entusiasmo del gruppo, comporrà l’Inno che lo farà passare alla storia e che sarà l’anima della grande manifestazione dell’Oregina, dove l’Inno verrà intonato da oltre trentamila persone, sulle note composte dal torinese Michele Novaro.

Al suo fianco ci saranno trecento volontari in viaggio da Genova a Milano per le cinque giornate del ’48. Con lui salperanno anche cinquecento volontari in difesa di Roma nel ’49. Tutto SEMPRE in nome di un alto ideale. Tutto sempre a rischio della vita.

E vogliamo parlare delle location? Genova, Torino (e il Piemonte in genere, che fu tanto importante per le battaglie del Risorgimento italiano) e Roma! Della capitale non poteva mancare il Gianicolo, il colle dal quale si può ammirare una delle viste più suggestive della città eterna. È lì che Mameli fu ferito a una gamba mentre difendeva la città assediata dai Francesi ed è lì che fu sepolto, nel Mausoleo Ossario Garibaldino, dopo essere morto per setticemia, causata dall’infezione alla ferita riportata nella battaglia al Gianicolo.

Insomma, uno di quei casi in cui il piccolo schermo può essere un ottimo ausilio per una preziosa lezione di storia!

Davvero bello. Da vedere, rivedere. E da far vedere!

(alcuni spunti della recensione tratti da:  https://www.fanpage.it/spettacolo/serie-tv/mameli-il-ragazzo-che-sogno-litalia-trama-cast-e-puntate-della-fiction-con-riccardo-de-rinaldis-santorelli/https://www.fanpage.it/)