La ragazza di Bube

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La ragazza di Bube è un romanzo scritto da Carlo Cassola tra il 1958 e il 1959 in cui vengono tra l’altro illustrati, attraverso la storia di ragazzi innamorati, i problemi politici e sociali del dopoguerra.

Venne insignito del Premio Strega nel 1960;  tre anni più tardi ne fu realizzato anche un adattamento cinematografico per la regia di Luigi Comencini e come interpreti principali attori del calibro di Claudia Cardinale e George Chakiris (che però non ho mai visto…).

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La vicenda è ambientata in Valdelsa poco dopo la Liberazione ed ha come protagonisti due giovani, Mara e Bube.

Mara Castellucci è una ragazza di sedici anni che vive a Monteguidi insieme al padre, comunista militante, alla madre e ad un fratello, Vinicio. Qui conosce Arturo Cappellini, detto Bube. Il giovane, amico e compagno di Sante, il fratellastro di Mara morto durante la Resistenza, si era recato nel paese dell’amico per conoscere la famiglia e qui avviene l’incontro con Mara. Tra i due giovani nasce subito una simpatia e Mara, lusingata dall’interesse del ragazzo, inizia a scambiarsi lettere con lui.

Un giorno, Bube comunica a Mara di voler cercare riparo presso la propria famiglia a Volterra perché accusato di un delitto. Era accaduto che, mentre si trovava a San Donato con i compagni Ivan e Umberto, un prete aveva impedito loro di entrare in chiesa. Secondo i ragazzi, la ragione per cui erano stati cacciati era il fatto di essere comunisti. I giovani avevano allora iniziato a protestare, e un maresciallo dei carabinieri era intervenuto insieme al figlio a sostegno del prete. Bube e gli amici avevano inutilmente cercato di far valere le loro ragioni e, spinti dall’ira, avevano messo il prete contro il muro. Così, il maresciallo aveva reagito sparando ad Umberto, uccidendolo. Per vendicare l’amico, Ivan, l’altro compagno di Bube, aveva ucciso il maresciallo. A sua volta, Bube aveva rincorso e ucciso il figlio del maresciallo che stava scappando e che si era messo a gridare.

Mara e Bube intraprendono così il viaggio verso Volterra dove abita la famiglia di lui. Successivamente si trovano in viaggio in una corriera dove sale anche una donna che riconosce Bube e lo sprona a dare una lezione ad uno dei viaggiatori: si tratta del prete Ciolfi, il quale durante la guerra aveva collaborato con i nazisti, causando così la morte del nipote della donna. Suo malgrado, dopo essere sceso, Bube viene praticamente costretto dai presenti a picchiare il prete per salvare la faccia: il suo ruolo nella zona è infatti quello del Vendicatore, appellativo con il quale viene talvolta ancora chiamato dagli abitanti del posto. Arrivato a casa dai familiari, Bube viene avvertito dal compagno Lidori che rischia di essere arrestato per il delitto commesso e che stare nascosti presso la famiglia non è sicuro. Lidori accompagna Bube e Mara in un capanno in campagna, dove i due innamorati passano le due notti successive. Il giorno seguente, una macchina passa a prendere Bube per farlo rifugiare in Francia, mentre Mara ritorna a casa. Nel frattempo, qualcosa in lei è cambiato: non è più la ragazza spensierata di prima e si dimostra angosciata per la mancanza di notizie da parte di Bube ed indifferente a tutto quello che la circonda. Trascorsa l’estate, Mara decide di andare a lavorare come domestica in una famiglia a Poggibonsi. Qui la ragazza stringe amicizia con una compaesana, Ines, con cui esce spesso e che le presenta Stefano, un ragazzo serio e un po’ timido. Mara inizialmente è fredda, ma poi lentamente comincia ad apprezzare la sua compagnia, in particolare perché da mesi non ha più notizie di Bube.

La ragazza scivola così gradualmente in un dilemma: da un lato sente di aver dato la sua parola a Bube, ma dall’altro è incerta sul quando lui potrà tornare al paese. Dopo un anno, Bube costretto al rimpatrio, viene arrestato alla frontiera ed è condotto a Firenze. Mara, accompagnata dal padre, si reca a Firenze per un colloquio con Bube. Durante l’incontro la ragazza si accorge che il suo attaccamento a Bube è ancora molto forte e decide che, da quel momento, sarà sempre la sua donna. Bube viene condannato a quattordici anni di carcere e Mara, tornata a Poggibonsi, si incontra con Stefano. La ragazza gli racconta quanto accaduto e gli comunica, dopo un lungo tira e molla, di aver preso una decisione: il suo posto è accanto al fidanzato. Dopo la condanna Mara va spesso a trovare Bube in carcere.

Il romanzo termina con un capitolo in cui Mara, sette anni più tardi, viene descritta nella serena attesa della liberazione di Bube, per la quale dovrà attendere altri sette anni.

I protagonisti di questo romanzo sono realmente esistiti: Bube è stato un valoroso partigiano e ha trovato nella lotta il suo scopo di vita. Mara è la donna di cui si è innamorato dopo la fine della guerra.

Una storia d’amore, sicuramente, di un amore lungo e duraturo, che resiste anche alla lontananza coatta (“E  l’angoscia la prese, al pensare che Bube era là tra quelle mura, e ci sarebbe rimasto altri sette anni”).

(Liberamente tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

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