La sedia della felicità

“Le donne passano, i tatuaggi no”

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La sedia della felicità è un film del 2013 diretto da Carlo Mazzacurati. Interpretato da Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Milena Vukotic e con la partecipazione di Giuseppe Battiston e Katia Ricciarelli;  è l’ultima opera del regista Mazzacurati, prima della sua morte, avvenuta il 22 gennaio successivo. Pare che il regista, per la scrittura del film, abbia preso spunto dal romanzo russo Le dodici sedie di Il’ja Arnol’dovič Il’f e Evgenij Petrovič Petrov.

Trama interessante e per niente prevedibile (se non conoscete già il romanzo russo succitato…). Bruna (Ragonese) è un’estetista che fatica a sbarcare il lunario. Tradita dal fidanzato e incalzata da un fornitore senza scrupoli, riceve una confessione in punto di morte da una cliente (Ricciarelli), a cui lima le unghie in carcere. Madre di un famoso bandito, Norma Pecche ha nascosto un tesoro in gioielli in una delle sedie del suo salotto. Sprezzante del pericolo, Bruna parte alla volta della villa restando bloccata dietro un cancello in compagnia di un cinghiale. In suo soccorso arriva Dino (Mastandrea), il tatuatore del negozio di fronte a lei, che finisce coinvolto nell’affare. Bruna e Dino  si mettono quindi in cerca della sedia, rintracciando e rincorrendo in giro per l’Italia collezionisti e acquirenti… Riusciranno i nostri eroi…?

Non si tratta quindi di un film nuovissimo, ma la bravura di Ragonese e di Mastandrea è già tangibile. Non solo sono perfettamente complementari, ma hanno una capacità recitativa “che buca lo schermo”!

Due curiosità interessanti:

  1. per l’interpretazione della protagonista femminile, Bruna, il regista Carlo Mazzacurati ha chiesto all’attrice Isabella Ragonese di ispirarsi alle eroine femminili dei cartoni animati giapponesi di Hayao Miyazaki.
  2. il film inizialmente avrebbe dovuto intitolarsi La Regina della Neve (ma non ne capisco bene il senso…

Insomma, un film MOLTO gradevole e molto accattivante, che non a caso ha ricevuto anche riconoscimenti ufficiali (tra i quali citiamo  Nastro d’argento del 2014, con Nastro dell’anno a Carlo Mazzacurati). 

(immagine e dati del film tratti da wikipedia.org)