La vita possibile

vita possibile

 “Ma Lei l’ha capito che io sono scappata?”

Il bellissimo film del 2016 per la regia di Ivano De Matteo, interpretato da Margherita Buy e Valeria Golino, tratta un tema molto “ad impatto”: la violenza sulle donne più subdola, quella che si manifesta tra le mura domestiche, quella meno prevedibile perché viene da chi si è scelto come compagno di vita. Per fortuna la donna in questione non sottostà a tutto questo all’infinito, ma un giorno (anche “grazie” alla presenza del figlio di fronte all’ennesimo pestaggio…) prende in mano il coraggio, denuncia il marito per l’ennesima volta e scappa, rendendosi a lui introvabile. Conseguenza immediata: la perdita di tutto e la trasformazione della sua vita ordinaria e “normale” in una serie inestricabile di difficoltà e problemi insolubili. Abbandonata Roma senza tanti rimpianti, Anna (la sempre più brava Margherita Buy) se ne va a Torino da un’amica, attrice di teatro (una strepitosa Valeria Golino), con il figlio tredicenne (il giovanissimo ma già bravissimo Andrea Pittorino) al seguito, Valerio, per il quale il trauma del distacco dalla città e dagli amici, e anche dal padre, è forte. Avvertendo molto la solitudine, mentre la madre è impegnata per quasi tutto il giorno al lavoro, egli stringe amicizia con una giovane prostituta dell’Est Europa, Larissa, incontrata per caso al parco. Pur intuendo il suo lavoro, Valerio cerca di passare un po’ di tempo, nelle sue lunghe giornate da solo, con Larissa che lo considera come il fratellino che non vede da anni (“faccia da scemo…”). Ma Valerio è triste e irrequieto e inizia a odiare la madre che lo ha portato via dalla sua vita. Solo col tempo si farà nuovi amici con cui giocare a pallone.

Ivano De Matteo tratta, dunque, un problema purtroppo sempre più diffuso ai nostri giorni, quello della violenza domestica sulle donne, e lo fa con la capacità espressiva di Margherita Buy, perfettamente a suo agio nella figura di una donna sola, abbandonata e in perenne conflitto con la Vita tutta, e con la potenza recitativa di Valeria Golino, una donna altrettanto sola e non realizzata, che non si ama abbastanza per costruire qualcosa di grande finché il caso non gliene offre la possibilità: proprio con Anna infatti, riesce a fare “la prima cosa importante della sua vita”  e capisce di essere in grado- anche lei- di prendersi cura di qualcuno, di amare ed essere amata. Non a caso, infatti, il film ha avuto la candidatura per Migliore attrice non protagonista a Valeria Golino al David di Donatello e al Ciak d’oro del 2017.  Nonostante la protagonista “ufficiale” sia Margherita Buy, Valeria Golino, con la sua vita sconclusionata, le sue relazioni ridotte all’osso, la sua casa fredda e caotica, il suo vissuto “pesante” che l’ha portata ad una bassissima autostima e ad una vita solitaria, è il vero fiore all’occhiello di questa pellicola, che ci fa inorridire, piangere, indignare, ma che alla fine ci restituisce il messaggio che speravamo tutte: che esiste una possibilità di ricominciare. Sempre.