Le fate ignoranti

“Che stupidi che siamo, quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati. Tante volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno!”

Accorsi e Buy in una scena del film

Accorsi e Buy in una scena del film

“Le fate ignoranti” è un film del 2001 diretto da Ferzan Özpetek, con Margherita Buy e Stefano Accorsi, ma anche
Serra Yılmaz (la “Musa” ispiratrice di Özpetek), un giovanissimo Gabriel Garko, Erika Blanc, Filippo Nigro e altri.

Antonia, una dottoressa  specializzata nella cura dell’AIDS, e suo marito Massimo sono una coppia di quarantenni, socialmente affermati, che sembrano vivere un legame intenso e perfetto seppur abbastanza routinario, disturbato solo dal difficile rapporto che la donna vive con la propria madre. La tranquilla quotidianità di Antonia viene irreparabilmente sconvolta quando Massimo muore improvvisamente, travolto da un’auto. Il distacco violento dal marito getta la donna in una cupa disperazione, in un lutto profondo che le impedisce di reagire e rende ancora più difficili i rapporti con la madre, anch’ella vedova da lungo tempo. Tra gli oggetti personali che, in una pausa della depressione, ritira presso l’ufficio dove Massimo lavorava, Antonia scopre un quadro, dal titolo “La fata ignorante”, con dedica, che la pone sulle tracce di un’amante misteriosa, della quale naturalmente la giovane donna ignorava l’esistenza.

Le ricerche che Antonia conduce la porteranno a scoprire una realtà assai lontana da ogni immaginazione. L’impatto con la vita segreta di Massimo è per Antonia drammatico: dopo il primo momento di rifiuto, la donna decide di incontrare nuovamente l’amante di suo marito per farsi raccontare della vita di Massimo. Tra i due si stabilisce un’ambigua amicizia, per mezzo della quale Antonia entra in contatto con la variopinta comunità cui Michele appartiene: amici omosessuali, una donna transgender, una profuga turca, il cantante turco Emir e una verace donna napoletana; una specie di famiglia allargata (una famiglia “Queer”, si direbbe oggi) che abita nella mansarda di un edificio popolare situato in uno dei quartieri più caratteristici di Roma, l’Ostiense.

Antonia prende a frequentare costantemente il gruppo con la scusa di assistere Ernesto, un giovane sieropositivo. Attraverso il contatto e l’impatto con la realtà rappresentata dal gruppo, mitigati dalla condivisione del ricordo di Massimo, Antonia subisce un processo di maturazione personale e di affrancamento dagli schemi borghesi che rappresentavano certamente la sua gabbia dorata.

Curiosità: l’ambientazione romana è autobiografica: i Mercati Generali e il quartiere Ostiense, dove Özpetek abita tuttora e dove la domenica riunisce nella terrazza condominiale amici e conoscenti.

Ho visto e rivisto questo film, che è stato uno dei grandi successi cinematografici del 2001. E ogni volta ci trovo un messaggio diverso… Stavolta ci ho visto un inno alla vita…

Impossibile non conoscerlo!

(dati della trama e immagine tratti dalla relativa pagina di wikipedia)