Gli antichi Greci avevano due parole per indicare il tempo, χρόνος (chrònos) e καιρός (kairòs).
Mentre krònos è quantitativo, kairòs ha una natura qualitativa.
Come divinità, Kairos era semi-sconosciuto, mentre Crono era considerato la divinità del tempo per eccellenza.
Ovviamente, il concetto e il termine passarono anche a Roma. Per esempio in Disticha Catonis II, 26 troviamo il termine Occasio (una parola femminile che può essere considerata come una traduzione letterale della parola greca Kairòs), descritta in questi termini: “Rem tibi quam scieris aptam dimittere noli: fronte capillata, post haec occasio calva“, che significano “Non lasciarti mai sfuggire quello che sai può tornarti utile; l’occasione ha i capelli sulla fronte, ma dietro è calva”.
La descrizione di Occasio riprende quindi quasi alla lettera quella della famosa statua allegorica in bronzo fatta da Lisippo e collocata a casa sua, nell’Agorà dell’ellenica Sikyon.
Sulla statua di Kairos era poi presente il seguente epigramma di Posidippo (Antologia Planudea 119), che ne spiega ottimamente caratteristiche e specificità:
-Chi è lo sculptore, e di dove? – Di Sicione. -Il suo nome, qual è?
-Lisippo. – E tu chi sei? – Il Momento, signore di ogni cosa.
-Perché stai in punta di piedi?- Corro sempre veloce. – Perché hai
due ali ai piedi? – Io volo col vento.
-Perché tieni un rasoio nella destra? – Come segno, per gli uomini,
che io sono più tagliente di ogni lama affilata.
-E perché hai la chioma sul volto? – Per chi viene incontro, che l’afferri,
per Zeus. – E per quale motivo non hai capelli dietro?
-Una volta che io gli sia sfrecciato accanto sugli alati piedi,
nessuno, per quanto lo brami, mi afferrerà da dietro.
-Perché lo scultore ti ha modellato? – Nel vostro interesse,
o straniero, e nell’atrio m’ha posto come ammaestramento.
Esiste riflessione più attuale di questa concezione creata (filosoficamente e artisticamente) più di due millenni fa?
latineloqui69
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