Settimana della memoria

Stato

 

Quest’anno il 27 gennaio cade di domenica, quindi un po’ ovunque si è deciso di celebrare la “settimana della memoria”, con varie iniziative volte a RICORDARE.

Ieri al mio liceo abbiamo assistito in Aula Magna alla visione del documentario di Alberto Angela, “Viaggio senza ritorno“, che avevo già visto da sola a casa nell’ottobre scorso, ma che è valsa la pena rivedere in un contesto più “allargato” e condiviso.

Ieri sera in prima serata su Rai Uno il bellissimo docu-film “Figli del destino“, che, oltre a proporre testimonianze di reduci e testimoni dell’orrore concentrazionario,  trasformava alcuni momenti più significativi delle vite umane implicate in quella tragedia in scene da fiction. Ecco che quindi ci si materializzava davanti agli occhi casa Segre, con la giovane Liliana e il padre alle prese con la trasformazione improvvisa e inattesa della propria vita, che da “normale” diventava per motivi oscuri invivibile.

Stamattina la visione al Cinema 4 Fontane (ovviamente a Roma!) di un bellissimo documentario intitolato “Diversi 1938“. Una bellissima occasione di riflessione sul modo in cui sono nate le Leggi Razziali del 38, sul contesto in cui hanno affondato le radici, sull’indifferenza generale con la quale sono passate senza colpo ferire (con una seduta di poco più di 40 minuti: 40 minuti per decidere la sorte funesta e irreversibile di tutti gli Ebrei italiani…), sulla angosciante somiglianza con il clima che respiriamo da qualche mese a questa parte in Italia.

Perché il Fascismo può ripresentarsi di nuovo, magari in una maniera più leggera e solo apparentemente irriconoscibile (come recitava la bellissima epigrafe del documentario, che citava un’affermazione di Umberto Eco).

Quindi… ricordiamo e ricordiamo, contro qualsiasi forma di INDIFFERENZA (quella parola così significativa che campeggia nel memoriale sottostante alla Stazione di Milano, della quale ben sottolinea la valenza la senatrice Liliana Segre, una delle ultime reduci da campi di sterminio…), senza vergognarci mai di farlo. Qualsiasi ricordo e “celebrazione” (termine assolutamente fuori luogo, per commemorazioni di questo genere…) non sarà MAI in grado di pareggiare i conti con le nostre responsabilità: 6 milioni di morti in un modo inumano chiedono ANCORA giustizia. Almeno quella morale e civile!

Ma allo stesso tempo vigiliamo! Perché, come disse il grande Primo Levi, “È successo. Quindi può succedere di nuovo”.

Meditate, gente, meditate!