La rosa dell’Istria

“Sono contento che hai fatto di testa tua…”

Una bella scena del film

Una bella scena del film

“La Rosa dell’Istria” è un film per la televisione italiano del 2024 diretto da Tiziana Aristarco e liberamente ispirato al romanzo “Chi ha paura dell’uomo nero?” di Graziella Fiorentin, che narra il dramma degli esuli istriani e dalmati dall’Armistizio al dopoguerra.

Ricco e corale il cast (riporto quindi solo personaggi e interpreti principali):

Andrea Pennacchi: Antonio Braico
Gracjela Kicaj: Maddalena Braico
Eugenio Franceschini: Leo
Clotilde Sabatino: Bina Braico
Costantino Seghi: Niccolò Braico
Fausto Maria Sciarappa: Giorgio Braico
Elisabetta De Palo: nonna Mimma
Settimo Palazzo: Miran.
Ho trovato questo contributo critico:  «[…] il film tende inevitabilmente al melodrammatico, alla coercizione del contenuto (il dramma degli esuli istriani, «italiani due volte, per nascita e per scelta», ma invisi a molti italiani che li consideravano fascisti), al sospiroso riscatto dell’arte. Per fortuna, Andrea Pennacchi prende su di sé tutto il peso della narrazione, accompagna Gracjela Kicaj nel cammino drammaturgico, ci regala un personaggio dai forti connotati. La regia è molto scolastica, forse troppo prigioniera della sceneggiatura o forse troppo timorosa di affrontare i veri problemi di fondo: la sostituzione etnica effettuata da Tito sulla pelle di cittadini laboriosi e onesti.» (Aldo Grasso, Corriere della Sera, 6 febbraio 2024).

Pur rispettando la critica di un grande giornalista come Aldo Grasso, mi permetto di dissentire. Anche se non l’ho trovato “forte” come altri contributi sul tema, a mio avviso è ben fatto. Sicuramente giganteggia il personaggio di Antonio Braico per la grandezza dell’interprete, un sempre più bravo Andrea Pennacchi, ma anche gli altri gli fanno da cornice adeguata, primo tra tutti il bravissimo Fausto Maria Sciarappa. E in ogni caso il tema della “sostituzione etnica effettuata da Tito sulla pelle di cittadini laboriosi e onesti” viene fuori ben bene, pur in questa versione un po’ edulcorata della tragedia!

Bellissima la scena conclusiva, con quella toccante e catartica riappacificazione tra padre e figlia e -soprattutto – con la gratificazione personale e professionale di lei, che chiude il suo intervento con una frase molto bella: “In memoria di tutti gli esuli di Fiume, Istria e Dalmazia”. Perché SOLO questo possiamo fare: ricordare, tenere a mente, non dimenticare. Perché ANCHE “questo è stato”! (cit. Piera Sonnino).

In ogni caso, un ottimo spunto di riflessione per la giornata del ricordo!

(dati essenziali della trama tratti dalla relativa pagina di wikipedia)