“Così mi farà perdere il lavoro!”
Non immaginate, dunque, la tradizionale storia d’amore con happy ending… Il film è incentrato su una malattia delle donne chiamata “sindrome della crocerossina” (“Mi piacciono i morti di fame”): quell’attrazione inspiegabile per i casi umani, per i relitti della società, per i disperati, per quegli uomini che non hanno nulla da offrire, ma solo tanto da prendere. In questo caso, il bravissimo Elio Germano è il parassita di turno, che non esita a prelevare dal nascondiglio di casa i 30.000 euro che la sua ragazza ha messo da parte con il suo duro lavoro senza neanche sentire il bisogno interiore di chiederle il permesso, convinto che si tratta di “soldi loro” per il solo fatto che stanno insieme, che vanno a letto insieme, che hanno una storia. Lei lavora, lei ha i soldi, lei paga ogni volta che escono insieme, lui vive dei sudati guadagni di lei, finché non decide di dare una svolta alla sua vita (entrando in società con un amico che vuole investire nell’apertura di una promettente discoteca) usando, appunto, i soldi di lei. A quel punto lei apre gli occhi. Ma non basta ancora…
Classificato dalla piattaforme televisive come film sentimentale, a me è sembrato, piuttosto, un film tragico sulle scelte sbagliate della vita…
(Dati essenziali della trama tratti da wikipedia.org)