La Mafia uccide solo d’estate

«- Ma la mafia può uccidere anche noi?
– Arturo, tranquillo, ora siamo d’inverno: la mafia uccide solo d’estate.»

Arturo (Pif) in una scena del film

Arturo (Pif) in una scena del film

“La mafia uccide solo d’estate” è un film del 2013 diretto e interpretato da Pif (pseudonimo di Pierfrancesco Diliberto) e scritto da lui stesso con Michele Astori e Marco Martani. È una commedia drammatica che, attraverso il racconto della vita del protagonista Arturo, ricostruisce, in toni spesso paradossali e ironici, la storia della sanguinosa attività criminale di Cosa nostra a Palermo, città d’origine di Pif, dagli anni Settanta fino agli anni Novanta.

TRAMA: Palermo, 10 dicembre 1969. Lorenzo e Maria Pia Giammarresi entrano nel loro appartamento, al civico 108 di viale Lazio, durante la loro prima notte da sposati e, trasportati dalla passione, concepiscono il loro primo figlio. Nel frattempo i membri di Cosa nostra Emanuele D’Agostino, Bernardo Provenzano, Damiano Caruso, Calogero Bagarella e Gaetano Grado si recano in auto  in viale Lazio, proprio sotto l’appartamento dei Giammarresi, ed uccidono il boss Michele Cavataio, da loro ritenuto colpevole di aver scatenato la prima guerra di mafia. Ad aver organizzato la strage è Salvatore Riina, detto Totò, futuro capo della mafia siciliana.

Ottobre 1970. Arturo Giammarresi viene battezzato da Fra Giacinto, sacerdote legato a vari mafiosi, che celebra il battesimo in fretta e furia in quanto deve presenziare anche alla proclamazione come sindaco di Palermo del mafioso Vito Ciancimino, eletto con il sostegno della Democrazia Cristiana. È proprio a causa di quelle amicizie poco raccomandabili che Fra Giacinto, dieci anni dopo, verrà ritrovato assassinato nel suo appartamento. Un giorno, Fra Giacinto si trova a benedire la casa dei Giammarresi. Appena il prete esce di casa, il piccolo Arturo, che stava impiegando molto tempo ad iniziare a parlare, lo indica e pronuncia la sua prima parola: “mafia” (!). Arturo cresce associando le sue vicissitudini ed esperienze di vita alle numerose morti di Mafia. Il film si conclude nel 1992, con le uccisioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e il “risveglio” dei palermitani e dei siciliani tutti. Arturo e Flora – come in ogni storia d’amore, per quanto questa sia davvero sui generis –  si sposano; dalla loro unione nasce un bambino, che Arturo educa a riconoscere il male e a combatterlo ed a cui mostra i monumenti alle vittime della mafia, uomini coraggiosi caduti mentre facevano il loro dovere, molti dei quali incontrati di persona da lui nel corso della sua vita.

Il film finisce con un tributo doveroso: un insieme di immagini di giornali con le foto e i nomi delle più famose vittime di mafia.

Interpreti e personaggi (solo i principali)

Pif: Arturo Giammarresi
Cristiana Capotondi: Flora Guarneri
Claudio Gioè: Francesco
Ninni Bruschetta: Fra Giacinto
Maurizio Marchetti: Jean Pierre
Rosario Lisma: padre di Arturo
Barbara Tabita: madre di Arturo

Cominciamo col dire che Pietro Grasso, ex Procuratore Nazionale Antimafia e all’epoca presidente del Senato, ha definito questo film la migliore opera cinematografica sul tema della mafia che abbia mai visto.

Io lo definirei “il film del doppio”: “doppia” è la vita di tutti i palermitani che per anni hanno vissuto in una città divisa tra la normalità degli eventi quotidiani e la violenza dei fatti mafiosi ma non descritti come tali; una sorta di “doppia vita° è quella dei protagonisti del film: da una parte eventi felici, innamoramenti e scelte professionali, dall’altra attentati, minacce, omicidi ed una multiforme omertà; doppio è il registro narrativo: gli argomenti, anche quelli più scabrosi e delicati, vengono trattati con ironia e fredda presentazione dei fatti, in un’alternanza tra momenti comici e di tristezza (un po’ come nel programma dello stesso Pif Il Testimone).

Molto significativa la presenza di personaggi ormai “storici”, che per decenni hanno rappresentato l’ attualità, vuoi perché facevano il bello e il cattivo tempo in Sicilia e nell’Italia tutta (Salvo Lima, Boris Giuliano, Totò Riina, Leoluca Bagarella, Gaspare Spatuzza), vuoi perché erano lo Stato (Giulio Andreotti, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Chinnici). Tutti sono interpretati da bravissimi attori (uno per tutti: Domenico Centamore nei panni di Leoluca Bagarella).

Insomma, un film davvero importante!

(dati essenziali tratti dalla relativa pagina di wikipedia)

La Mafia uccide solo d’estateultima modifica: 2024-08-20T07:33:25+02:00da latineloqui69
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