50 km all’ora

“E non stare sempre a piangere, ché hai 50 anni!”

I due protagonisti in una scena del film

I due protagonisti in una scena del film

“50 km all’ora” è un film del 2024 scritto e diretto da Fabio De Luigi. Produttore: Iginio Straffi (il fondatore delle famosissime Winx!). Protagonisti: Fabio De Luigi, Stefano Accorsi ed Alessandro Haber.

TRAMA: Il timido Rocco (Fabio De Luigi) e il chiassoso Guido (Stefano Accorsi) sono fratelli ma non si parlano da anni, e cioè da quando il secondo a 17 – 18 anni se n’è andato di casa abbandonando la famiglia per girare il mondo sulle navi da crociera. La morte di Corrado, il rancoroso padre dei due (Alessandro Haber), li costringe però a riunirsi per soddisfare le ultime volontà del loro genitore: l’uomo ha lasciato una missiva a Guido in cui gli chiede di spargere le sue ceneri sulla tomba della moglie a Cervia, e suo figlio, che all’inizio era intenzionato a ripartire subito dopo il funerale, viene scosso da ciò che legge e decide di accontentarlo; insieme a Rocco opta infine per unire l’utile al dilettevole rispolverando il progetto di un viaggio insieme che si erano promessi da piccoli senza però averlo mai messo in atto.

Comincia così quindi un lungo viaggio dalle colline dell’Emilia-Romagna lungo tutta la regione su due ciclomotori, un Piaggio Ciao e un Atala Califfone, che non vanno oltre i 50 km all’ora. I due fratelli hanno modo di parlare, scherzare, arrabbiarsi, chiarirsi e passare un po’ di tempo insieme.

Una bella commedia on the road. Solo che in genere questo tipo di film prevede la presenza di un’automobile su cui fare il viaggio; in questo caso (ed è qui il tocco di originalità) abbiamo due vecchi ciclomotori. Che significano infanzia, recupero di anni passati, recupero di esperienze vissute insieme, recupero di un’adolescenza interrotta bruscamente e mai conclusa insieme. Fino all’imprevisto: un funerale che ti fa fare i conti con il passato, con un padre burbero che hai scelto di abbandonare per vivere la tua vita, un padre da cui non ti saresti mai aspettato una lettera commovente come quella che ti ha lasciato, con una “strana” richiesta come ultima volontà. Allora scopri di avere un’opportunità per fare i conti con il passato, per fare pace con quel tuo fratello che hai considerato sempre e solo “pesante” in quanto diverso da te. E capisci che – al contrario – con lui puoi anche divertirti e ridere a crepapelle, come quando eravate bambini.

Molto toccante la scena girata nella soffitta, ricolma di oggetti del passato (sedie accatastate, credenze vecchissime, vecchi specchi, scatoloni, oggetti disusati e tanta polvere), compreso un vecchio tavolo da ping-pong: una partita a questo sport in quell’ambiente rappresenta l’inizio della reunion tra i due fratelli.

Molto bella la regia e la tecnica di ripresa, toccante l’inserzione iniziale di immagini in bianco e nero (in modalità VHS) che servono a ricostruire il pregresso e a far riflettere sul rapporto tra i due fratelli.

Due ore di crasse risate grazie non solo alla bravura in campo di De Luigi (uso a questo tipo di esito), ma anche a quella di Accorsi (che invece in genere predilige ruoli molto più seri, seriosi e tragici). Ottima la scelta di Haber come padre burbero: un ruolo che gli riesce sempre alla perfezione: è presente solo nella scena iniziale, che però impregna di sé tutto il film. Fino all’inattesa scena finale, una sorta di “fulmen in clausola”!

Davvero molto bello: da non perdere!

(dati essenziali, trama e immagine tratti dalla relativa pagina di wikipedia)