Perfetti sconosciuti

 

La tristezza di scoprirsi perfetti sconosciuti

sconosciuti

«Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta
(Tag-line del film)

Perfetti sconosciuti è un film del 2016, diretto da Paolo Genovese, con Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Edoardo Leo, Marco Giallini, Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher e Kasia Smutniak.

Eva (Kasia Smutniak) e Rocco (Marco Giallini)  invitano a cena a casa loro gli amici di sempre: Cosimo (Edoardo Leo ) e Bianca (Alba Rohrwacher), Lele (Valerio Mastandrea) e Carlotta (Anna Foglietta), e Peppe (Giuseppe Battiston).

I padroni di casa sono ormai da tempo in crisi, situazione cui contribuisce anche il rapporto conflittuale con la figlia adolescente Sofia (Benedetta Porcaroli); la seconda coppia, un tassista e una veterinaria, è invece formata da novelli sposi; i terzi hanno anche loro i propri problemi e due figli; l’ultimo è un insegnante di educazione fisica che, dopo il divorzio, non riesce a trovare né un lavoro né una compagna stabile. Durante la cena discutono di una coppia di comuni amici, separati a causa dei messaggi sul telefonino, così Eva propone a tutti di mettere sul tavolo il proprio cellulare e di rivelare ai presenti il contenuto di tutte le comunicazioni che riceveranno nel corso della serata: pur con molti tentennamenti, tutti accettano, ma quello che doveva essere un gioco si trasforma ben presto in una pubblica confessione di tutti i segreti dei commensali.

Si scopre così che Rocco, chirurgo plastico, è da tempo in analisi all’oscuro della moglie, analista a sua volta, che ha intenzione di rifarsi il seno; inoltre dà consigli alla figlia Sofia sulla prima esperienza sessuale; Bianca si sente con il suo ex all’insaputa del marito, ma solo per aiutarlo ad affrontare la complicata relazione che sta avendo con la nuova compagna; Cosimo, oltre ad avere un’amante rimasta incinta durante il loro ultimo rapporto, ha una relazione proprio con Eva (ma questa relazione- con l’espediente classico dell’”ironia tragica”- viene rivelata solo agli spettatori); Carlotta ha preso contatti con una casa di riposo in cui mandare la suocera, che vive con lei e il marito; sia Carlotta che Lele intrattengono relazioni virtuali con altre persone: Lele, per nascondere la propria relazione, chiede a Peppe di scambiare i telefoni, così al suo telefono arrivano messaggi e chiamate da parte di un certo Lucio: tutti pensano che sia omosessuale, rivelano una profonda omofobia e accusano Lele di non averlo mai rivelato ad alcuno; più avanti Peppe rivela a tutti lo scambio dei telefoni e così confessa la propria omosessualità, che è anche la causa per la quale ha perso il posto di insegnante; si scopre infine che Carlotta, guidando ubriaca, ha ucciso un uomo, ma che dell’evento si è assunto la responsabilità Lele, per evitarle il carcere alla moglie.

A serata conclusa i commensali tornano ognuno alle proprie menzogne.

Insomma, più famiglie “disastrate”. Ce ne fosse una normale!

Ambientazione bellissima e suggestiva (la ROMA caput mundi che i Romani come me amano e riconoscono…), cast d’eccezione formato da professionisti uno più bravo dell’altro, sotto la sapiente regia di Paolo Genovese, maestro di rappresentazioni ilari della vita dei nostri giorni.

Solo apparentemente una commediola o un semplice “film da botteghino”. In realtà un’ora e mezza di risate “amare”, una fonte di riflessione sulle nostre manie, sulle nostre ipocondrie, sulle nostre  ipocrisie, sulle nostre paure.

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I cinefili come la sottoscritta ci ritrovano sicuramente qualcosa de Il nome del figlio (film del 2015 diretto da Francesca Archibugi), ma è chiara l’ottica diversa del narratore, come anche la diversa finalità narrativa! In ogni caso la comparazione merita! Andate a rivederlo e mi saprete dire!

Grazie a chi me ne ha proposto la visione! :-*

latineloqui69