MARIO FIORENTINI

Incontrare un reduce è sempre un’esperienza non ordinaria. Quando poi ci si trova davanti un oratore bravissimo come Mario Fiorentini, è difficile dimenticarlo nei mesi a seguire.

Romano “de Roma” (come dimostra chiaramente il suo accento…), arguto e brillante nell’esposizione, il suo lungo monologo non è stato per nulla scontato né noioso, tutt’altro!

fiorentini

Racconta nelle scuole da decenni i dati che riportiamo sotto (dati biografici tratti da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

Mario Fiorentini (Roma, 7 novembre 1918) è un partigiano e matematico italiano. Fu operativo in numerose azioni fra le quali l’assalto all’ingresso del carcere di Regina Coeli e l‘attentato di via Rasella.

 

Già da studente Fiorentini incominciò l’attività clandestina in ambito antifascista collaborando sia con Giustizia e Libertà che con il Partito comunista. All’inizio del 1943, con Plinio De Martiis, allestì rappresentazioni popolari al Teatro Mazzini e al Delle Arti; tra gli attori: Vittorio Gassman, Lea Padovani, Nora Ricci, Vittorio Caprioli, Carlo Mazzarella, Alberto Bonucci ed Ave Ninchi, sotto la direzione di Luigi Squarzina, Adolfo Celi, e Mario Landi. Successivamente conobbe Lucia Ottobrini, una profuga alsaziana che sarà sua compagna di lotte e nella vita. Immediatamente dopo il 25 luglio 1943, assieme ad Antonello Trombadori, Fiorentini formò una brigata partigiana che riprese il nome degli Arditi del Popolo.

 

Il 9 settembre 1943 Fiorentini partecipò alla battaglia contro gli invasori tedeschi a Porta San Paolo tra le fila degli aderenti al Partito d’Azione. In ottobre, organizzò e si pose al comando del GAP centrale Gramsci, nella IV zona operativa Roma centro, assumendo quale nome di battaglia Giovanni. La Brigata Gap Gramsci, insieme al Gap Pisacane, apparteneva alla struttura partigiana facente capo alla rete comandata da Carlo Salinari, nome di battaglia Spartaco.

Una prima azione dei GAP, alla quale parteciparono Mario Fiorentini, Rosario Bentivegna Paolo e Franco di Lernia Pietro, fu organizzata per assassinare il Ministro dell’Interno di Salò Guido Buffarini Guidi e il gerarca Francesco Maria Barracu, intenti a cenare in una trattoria nei dintorni di Piazza Navona; l’azione fu revocata all’ultimo momento, quando il “commando” dei GAP era già sul posto (ottobre 1943).

Il 31 ottobre, ai tre si aggiunse anche Lucia Ottobrini, con compiti di copertura per un’azione in Corso Vittorio Emanuele II. I “gappisti” uccisero tre militi della RSI, usciti da Palazzo Braschi, dopo averli seguiti sin quasi a Piazza Venezia.

Il 18 novembre Mario Fiorentini ebbe compiti di copertura di alcuni gappisti della Pisacane, che entrarono nel teatro Adriano, essendo venuti a conoscenza che il giorno seguente avrebbe presenziato il generale Stahel, comandante della piazza di Roma, tra alti ufficiali tedeschi e autorità fasciste repubblicane (tra cui il Maresciallo Rodolfo Graziani). I partigiani della Pisacane misero sotto il palco un estintore riempito circa 6 kg di tritolo e dotato di un dispositivo ad orologeria, ma il congegno non funzionò e non accadde niente.

La sera del 17 dicembre 1943, Mario Fiorentini e Lucia Ottobrini, insieme a Carla Capponi e Rosario Bentivegna, presero parte a un’azione contro un ufficiale tedesco con una borsa piena di documenti. L’ufficiale fu ucciso dalla Capponi e da Bentivegna, che si impadronì della borsa e la consegnò alla Giunta militare.

Il giorno dopo, il quartetto fu incaricato di porre una bomba all’uscita del cinema Barberini, frequentato da soldati tedeschi. L’azione fu conclusa da Bentivegna, in bicicletta, causando la morte di otto militari, oltre a un numero imprecisato di feriti.

Il 26 dicembre, mentre un gruppo composto dalla Ottobrini, la Capponi, Bentivegna e Di Lernia facevano da copertura all’azione, Mario Fiorentini, in bicicletta, dal lungotevere sovrastante via della Lungara, lanciò un pacco esplosivo contenente due chili di tritolo in direzione dell’ingresso del carcere di Regina Coeli, nel momento in cui 28 militari tedeschi si stavano dando il cambio della guardia, provocando 5 morti e circa 20 feriti; altri 2 sarebbero morti a breve.

Fiorentini riuscì fortunosamente a sfuggire al fuoco cui fu fatto oggetto da parte di altri militari affacciati dalle finestre del carcere. Il giorno dopo fu emanata un’ordinanza dal comando militare tedesco che proibiva l’uso della bicicletta a Roma.

Il 10 marzo 1944, Fiorentini, la Ottobrini, Bentivegna e Franco Ferri spuntarono improvvisamente da dietro ai chioschi del mercato di Piazza Monte d’Oro e lanciarono alcune bombe su un corteo di fascisti in Via Tomacelli. Dopo aver causato tre morti e numerosi feriti, i partigiani si dileguarono, in un’azione che, per la sua perfezione tecnica, già prefigura il successivo attentato di via Rasella.

Fu proprio Fiorentini ad aver notato, dal suo nascondiglio dalle parti di Via del Tritone, il passaggio quotidiano dei poliziotti altoatesini del Polizeiregiment “Bozen”. A seguito di alcuni appostamenti ben presto emerse che il luogo più adatto per un attentato, nel tragitto del reparto, sarebbe stata la stretta via Rasella, dove i tedeschi transitavano puntualmente alle ore quattordici. La scelta fu approvata dall’esponente comunista nella Giunta militare, Giorgio Amendola, che, in seguito, dichiarerà di aver anch’egli notato il passaggio quotidiano della compagnia in Piazza di Spagna. All’azione del 23 marzo 1944, nel corso del quale morirono trentatré militari e 110 furono feriti, oltre a due vittime tra i civili, Fiorentini partecipò armato di bombe da mortaio insieme ad altri undici “gappisti”, con il compito di “finire” i sopravvissuti alla carica di tritolo fatta brillare da Bentivegna e di coprire la fuga di quest’ultimo e della Capponi. I gappisti non subirono perdite. All’attentato, il giorno seguente, seguì la rappresaglia tedesca alle fosse Ardeatine.

Il 23 marzo 2012, intervistato dal quotidiano Il Messaggero di Roma, Fiorentini raccontò di essere venuto a conoscenza della rappresaglia solo il 26 seguente ma che, in ogni caso, il pericolo delle rappresaglie era un pericolo costante e che l’alternativa di non agire comunque “sarebbe stato un errore”.

Nelle settimane successive Fiorentini e la Ottobrini lasciarono Roma per dirigere le operazioni dei GAP tra Tivoli e Castel Madama.

 

Mario Fiorentini inizia la sua produzione scientifica a Roma nel 1964, in sintonia con la tradizione della geometria algebrica italiana della scuola di Beniamino Segre. Si concentra principalmente sui metodi omologici in algebra commutativa e in geometria algebrica, in stretto legame con le idee più avanzate di Grothendieck e della sua scuola. Dal 1º novembre 1971 è professore ordinario di Geometria superiore all’Università di Ferrara.

Alle ricerche di Mario Fiorentini è stato dedicato nel 1996 un convegno di algebra commutativa e di geometria algebrica. I suoi lavori più significativi sono stati recentemente raccolti e pubblicati a cura di Paulo Ribenboim.

Mario Fiorentini si dedica a diffondere la matematica nelle scuole, collabora con molti giovani, come Ascanio Celestini e Veronica Cruciani. A lui si deve la “riscoperta” della figura di Giorgio Marincola.

Come dicevo, abbiamo avuto l’onore di conoscerlo nell’Aula Magna del mio Liceo. Ha intrattenuto la platea degli adolescenti astanti per più di un’ora, si è dimostrato un uomo arguto, intelligente, forte d’animo. Chapeau!

 

Latineloqui69