Cose dell’altro mondo

cose altro mondo

E SE SUCCEDESSE DAVVERO?

Cose dell’altro mondo è un film del 2011 diretto da Francesco Patierno, liberamente ispirato dal film A Day Without a Mexican di Sergio Arau.

Siamo in Veneto, una delle pochissime regioni d’Italia che non temono crisi, grazie ad un diffuso stakanovismo generale. Mariso Golfetto (magistralmente interpretato da Diego Abatantuono) è un industriale: nonostante abbia molti dipendenti extracomunitari sia nella sua fabbrica che come collaboratori domestici (e una relazione extraconiugale con una prostituta nigeriana) è un accanito e convinto razzista. La figlia Laura (interpretata dalla bravissima Valentina Lodovini) maestra elementare, con cui non parla da anni, ha ad insaputa del padre una storia con un dipendente di colore della fabbrica, dal quale aspetta un bambino. L’ex ragazzo di Laura, (magistralmente interpretato da Valerio Mastandrea), un poliziotto di nome Ariele, è geloso e tenta di riconquistarla. Anche lui è nel suo intimo razzista, eppure ha assunto una preziosa badante extracomunitaria per la madre…

Una sera va in onda in tv un discorso di Golfetto, che alla sua maniera rozza, becera e “diretta”, chiede che tutti gli extracomunitari tornino ai loro Paesi. Quella notte stessa, durante un violento temporale, tutti gli extracomunitari scompaiono nel nulla senza lasciare traccia.

A questo punto tutto il Veneto si trova a dover risolvere una grave crisi causata dalla mancanza di manodopera: quelle persone, che facevano “girare” l’economia di quella regione benestante, non ci sono più e devono essere sostitute. Ma da chi? Dai figli impegnati con il lavoro, che non sanno come riuscire ad occuparsi dei genitori anziani? Dalle signore benestanti, che non si sono mai occupate della propria casa, quindi non sanno da che parte cominciare? Dai pochissimi dipendenti italiani delle ditte, che non hanno specializzazione, quindi non sanno svolgere il lavoro manuale che prima veniva svolto dai colleghi di colore? Quello “tsunami purificatore” invocato a gran voce dell’imprenditore veneto, invece di portarsi via solo “i negri”, sta sommergendo un’intera regione e un’intera economia.

Come sempre, la parte migliore del mondo sono i bambini: loro soffrono più di tutti dell’improvvisa sparizione dalla loro classe dei loro compagni stranieri, li rappresentano in disegni toccanti, si organizzano a modo loro per andare a cercarli in un grosso tubo di scarico di liquidi che si trova in uno stagno, in quanto il padre di uno di loro gli aveva detto che gli stranieri erano “andati nelle fogne”…

Non serve aggiungere altro, no?

(Dati e linee essenziali della trama tratti da wikipedia.org)