Uomini e no

uomini

Uomini e no è un romanzo di Elio Vittorini,  scritto tra la primavera e l’autunno del 1944, in un periodo ancora completamente coinvolto nelle vicende descritte, ma pubblicato solo nel giugno 1945; è probabilmente il primo romanzo della Resistenza.

L’opera è costituita da 136 piccoli capitoli, di cui 23 scritti con stile e finalità differenti dal resto: questi capitoli, scritti in corsivo, sono un momento di riflessione dell’autore, “spettro” che si innesta nella narrazione interrompendola e commentandola. In questi capitoli l’autore medita e dialoga con Enne 2, il protagonista del romanzo. Questi capitoli hanno anche l’obiettivo di rallentare il ritmo della narrazione, reso accelerato dalla presenza dei dialoghi, trasportandola in un’atmosfera “soprareale” tramite una riflessione sulle situazioni che il protagonista sta vivendo. L’autore in quest’opera si distacca dal realismo vero e proprio: in Uomini e no si trova la ricerca dell’autore di nuovi moduli espressivi che, insieme al bisogno di realtà, soddisfino anche la necessità di scandagliare gli animi e le passioni dei protagonisti con l’occhio attento del poeta. Sulla scia dell’Ermetismo, l’autore cerca di rappresentare la realtà con simboli, metafore, in modo da poter raccontare una verità assoluta e una riflessione universale attraverso il racconto di una storia particolare.

La lingua è semplice, perché parlata da persone umili, e lo stile ne segue il passo. In alcuni casi, quando a parlare sono due tedeschi, c’è l’inserimento di parole straniere a delineare comunque una certa dose di realismo.

La figura centrale del romanzo è Enne 2, capitano dei GAP a Milano, che seguiamo tra le sue vicende sentimentali e le azioni partigiane compiute assieme ai propri compagni. Dal punto di vista sentimentale, il personaggio è lacerato dal suo amore impossibile per Berta, donna sposata che non sa decidersi a lasciare il marito. Le riflessioni sulla loro dolorosa storia sono affidate ad alcuni capitoli scritti in corsivo con i quali l’autore frammenta la narrazione portandola su un piano simbolico e psicologico. A questa vicenda amorosa si intrecciano le azioni resistenziali di Enne 2 e del gruppo da lui comandato: con i suoi compagni organizza un’azione contro quattro militari tedeschi e il capo del Tribunale. I cinque muoiono, ma viene immediatamente nominato un nuovo presidente e il tribunale  si riunisce la notte successiva all’attentato per scegliere da una lista di trecento prigionieri quaranta carcerati destinati alla fucilazione come rappresaglia. Enne 2, allora, decide di organizzare un agguato. L’irruzione dei partigiani durante la seduta provoca una strage. La mattina dopo Enne 2 e Berta si incontrano e assistono a una scena mostruosa: riversi sul marciapiede a largo Augusto ci sono i corpi senza vita di alcuni civili uccisi per rappresaglia dai tedeschi. Tra questi c’erano anche una bambina, un vecchio e due quindicenni. Questo avvenimento genera una riflessione nell’autore: “Questo era il modo migliore di colpire l’uomo. Colpirlo dove l’uomo era più debole dove aveva l’infanzia, dove aveva la vecchiaia, dove aveva la costola staccata e il cuore scoperto. Dov’era più uomo”. 

Questo avvenimento, tuttavia, potrebbe segnare anche una svolta per il rapporto sentimentale tra Enne 2 e Berta, che vedono il loro trovarsi insieme in quella situazione estrema come un segno. I due, quindi, cercano nel loro amore una nuova forza, quella di “non perdersi”, che li avvicina al punto che, nel rifugio di Enne 2, arrivano ad amarsi fino in fondo. Ma Berta si ritrae nuovamente.nLa repressione da parte delle truppe tedesche e del regime fascista, però, continua: Giulaj, un venditore ambulante che per autodifesa ha ucciso la cagna del generale Clemm, viene fatto sbranare da due cani per ordine di quest’ultimo. Enne 2 con il suo gruppo di partigiani decide allora di compiere un altro attentato, questa volta ai danni del capo fascista Cane nero. L’operazione, però, fallisce, ed Enne 2 viene identificato: viene promessa una grossa taglia a chiunque sia in grado di dare informazioni utili sulla sua posizione. All’offerta dei compagni di abbandonare il suo rifugio, però,Enne 2 rifiuta. Anche quando il tabaccaio lo denuncia e un operaio corre ad avvisarlo rifiuta di fuggire e va incontro al suo destino, aspettando il nemico Cane nero per ucciderlo. In compenso il ragazzo gli porge una pistola e Enne 2 gli chiede di unirsi ai suoi compagni, porgendo un altro combattente alla causa partigiana.

Gli ultimi capitoli sono incentrati su quest’operaio, che cerca di imparare a uccidere i tedeschi in motocicletta. Nel momento in cui deve agire, però, si ferma e risparmia il tedesco perché lo vede “troppo triste”, e si rivede negli occhi del ragazzo che doveva essere la sua vittima.

Il titolo Uomini e no non dovrebbe essere interpretato come una dicotomia, una distinzione tra chi è “umano” e chi non lo è. Non serve, infatti, distinguere nettamente il bene e il male in due classi di individui, perché in realtà in ognuno di noi sono presenti queste due caratteristiche, nelle nostre azioni concrete, quotidiane, nel nostro dire o meno “la verità” (cosa che rivestiva molta importanza, come l’autore spiega nella prefazione di un altro suo romanzo, Il garofano rosso, del 1948). È proprio la sintesi di due caratteristiche così opposte del nostro essere uomini che determina questa completezza che è anche contraddizione.

Per quanto uscito nel 1945 e scritto nel mezzo della lotta partigiana, il romanzo non è una celebrazione della Resistenza (per quanto se ne legga l’intrinseca necessità), ma pone numerosi dubbi su quanto è accaduto.

Il protagonista lotta contro il fascismo come dittatura per una liberazione dell’uomo che crede fermamente possibile. Tale liberazione, però, non è da intendersi esclusivamente dal punto di vista politico, ma anche da un punto di vista intellettuale: il “fascismo” dentro ognuno di noi, che regola i rapporti tra gli uomini e i rapporti tra uomo e donna, che divide gli uomini in gruppi (partigiano e nazista, intellettuale e uomo d’azione), che genera il dramma di Berta nel suo dividersi tra due uomini.

Preziosa fonte di riflessione.

(Liberamente tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

latineloqui69