Si alza il vento

si alza il vento

“Uomo è colui che svolge un lavoro

Prosegue la nostra personale maratona di anime in tempo di quarantena. Questa volta ci imbattiamo in uno splendido film storico, ambientato in Giappone (e non solo) negli anni Venti e Trenta.

Si alza il vento (風立ちぬ Kaze tachinu) è un film d’animazione del 2013 scritto e diretto da Hayao Miyazaki e animato dallo Studio Ghibli. È la trasposizione cinematografica dell’omonimo manga dello stesso Miyazaki, a sua volta vagamente ispirato all’omonimo romanzo di Tatsuo Hori. Si tratta di un’opera semi-biografica che rielabora in maniera fittizia un periodo della vita di Jirō Horikoshi (1903–1982), progettista e inventore del Mitsubishi A5M e del modello successivo Mitsubishi A6M Zero, gli aerei da caccia usati dalla Marina imperiale giapponese durante la seconda guerra mondiale

Conosciamo Jirō Horikoshi nel 1918, quando è solo un ragazzino di provincia, che spera di diventare un pilota d’aereo, ma sa che non potrà frlo a causa della sua forte. Tuttavia non si dà per vinto: ispirato da una rivista d’aviazione e da ripetuti sogni in cui “incontra” il famoso progettista d’aerei Caproni, capisce che potrebbe costruire quegli aerei che non può guidare!

Quindi il suo mentore è  Giovanni Battista Caproni, ingegnere aeronautico italiano e fondatore dell’azienda aeronautica Caproni.  Da allora la sua vita acquista un senso, un sapore speciale, perché ha trovato la direzione da seguire: studia e studia e studia, diventa un grande ingegnere, conteso da grandi aziende. Un per tutte, la Mitsubishi, dove viene presto assunto e messo a capo di una squadra che costruisce aerei da caccia.

Un giorno, in un luogo di villeggiatura estiva rivede Nahoko, una ragazza  che aveva incontrato ed aiutato anni prima durante un viaggio in treno per Tokyo che era stato “devastato” da uno sconvolgente terremoto. I due si fidanzano, ma la ragazza, che ha la tubercolosi, si rifiuta di sposarlo fino a quando non sarà guarita. La sua malattia  peggiora, provocandole un’emorragia ai polmoni; per recuperare le forze si reca in un sanatorio, ma non riuscendo a stare lontano dal fidanzato, ritorna da lui e i due si sposano con una cerimonia intima e toccante. Sebbene la salute di Nahoko non migliori, essi passano dei bei momenti insieme.

Finito il progetto, Jirō deve partire per recarsi al collaudo di uno dei suoi prototipi: il Ka-14, che sarebbe diventato il Mitsubishi A5M. Nahoko, rimasta sola in casa, sempre più debole a causa della malattia, decide di ritornare di nascosto al sanatorio per morirvi, lasciando delle lettere di addio al marito, ai familiari e agli amici. Al sito di collaudo, Jirō viene distratto dal suo successo da una raffica di vento: non sa ancora il motivo di quella soffiata di vento, ma gli spettatori attenti ne percepiscono il significato…

Insomma, un inno alla vita, una celebrazione orientale del carpe diem oraziano, ma anche un invito a seguire i propri sogni, a non arrendersi mai, ad inseguire con il lumicino il proprio talento e ad assecondarlo, una volta capito dov’è e qual è.

Come diceva Confucio? “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neanche un giorno in tutta la tua vita”. Il film ribadisce proprio questo! Jirō lavora ore e ore: entra alla Mitsubishi la mattina e ne esce la sera, ma non se ne rende conto! Tornato a casa, fa compagnia alla sua amata stesa nel letto e tenendole la mano continua a lavorare per ore, senza sentire il peso del suo impegno! Perché non è impegno, ma amore. Soddisfazione. Completamento di sé. Gratificazione pura.

«Le vent se lève!…/ il faut tenter de vivre» (Paul Valéry, Le cimitière marin)

Hayao Miyazaki

Hayao Miyazaki: «Voglio creare qualcosa di realistico, fantastico, a tratti caricaturale, ma, nel complesso, un bel film.»

 

 

(trama essenziale del film e immagini tratte da wikipedia.org)