Intervista ad Andrea Camilleri

Quando la cecità fa vedere meglio

 

Domenica sera.  Non c’è molto da scegliere in televisione. Alla fine mi butto su uno dei tanti programmi di approfondimento che mi piace seguire: Che tempo che fa.

Scopro che il pezzo forte della serata è un grande uomo, letterato e pensatore dei nostri giorni: il mitico Camilleri.

Purtroppo il tempo avanza inesorabile anche per i giganti, sicché mi trovo davanti un uomo MOLTO anziano, con difficoltà nei movimenti e soprattutto cieco, che tuttavia ci dà una bella lezione di vita dall’alto dei suoi  93 anni.

L’occasione per l’invito da parte di Fazio è il grande successo riportato dal suo spettacolo “Conversazione su Tiresia”, tenutosi  a partire dall’11 giugno u.s.  nello spettacolare scenario del Teatro Greco di Siracusa, che inizia così:  “Chiamatemi Tiresia, sono qui per raccontarvi una storia più che secolare che ha avuto una tale quantità di trasformazioni da indurmi a voler mettere un punto fermo a questa interminabile deriva. A Siracusa vi dirò la mia versione dei fatti, e la metterò a confronto con quello che di me hanno scritto poeti, filosofi e letterati. Voglio sgombrare una volta per tutte il campo da menzogne, illazioni, fantasie e congetture, ristabilendo i termini esatti della verità.”

Fazio ce ne ha mostrato degli spezzoni, a dir poco emozionanti. Alla fine della rappresentazione, una meritata standing ovation per il grande interprete, che ovviamente ha inteso fare anche una confessione personale, visto che Tiresia è cieco come lo è lui ora. Ma a proposito del suo handicap non si piange addosso, bensì vi cerca i punti di forza, visto che a tal proposito ha affermato in una recente intervista: “Appena ho iniziato a perdere la vista, ho acuito gli altri sensi. Ho sempre fumato 80 sigarette al giorno e, quando ancora ci vedevo, avevo perso il gusto degli odori, dei sapori. Quando gli occhi si sono spenti, sono ritornati tutti insieme! Anche il tatto mi fa impressione per quanto è sensibile. Tiresia vede il futuro da cieco: poteva non piacermi recitare un ruolo del genere?». 

Anche nel suo intervento televisivo ha insistito su questo aspetto mirabolante, arrivando addiritttura ad affermare che PROPRIO ORA CHE NON CI VEDE PIÙ CI VEDE MOLTO MEGLIO! Una contraddizione in termini? Proprio no, perché ora vede con il cuore, “sente” interiormente, “vede con l’interiorità” pur senza guardare. E si dice fortunato di non riuscire più a vedere i visi delle persone che pubblicamente seminano tempesta, lanciando parole di odio che diventano sassi, macigni. Si altera, si calma, poi si inalbera di nuovo, chiedendo –in conclusione- con tono di supplica di fermarsi, di tornare indietro, di salvare ciò che si può ancora salvare. Non per lui, che ormai è più morto che vivo, ma per i suoi figli, i suoi nipoti e i suoi pronipoti. Per il loro futuro. Per la loro vita.  Insomma, una conclusione da brivido, eticamente parlando.

UN COLOSSO,  nel verso senso del termine.

Una dimostrazione pratica del fatto che la vecchiaia non distrugge gli uomini. Li consuma, li ostacola, li blocca, ma in alcuni casi li rende- nonostante tutto- ancora più grandi. Un po’ come il grande Sofocle di una bellissima versione di Cicerone, ricordate?

Sicuramente andrò a cercarmi il libro della sua ennesima bellissima creazione letteraria!

conversazionesutiresia

Chapeau, grande Camilleri!

 

latineloqui69