Il sindaco pescatore

 

Il sindaco Vassallo interpretato da Sergio Castellitto

Il sindaco Vassallo interpretato da Sergio Castellitto

 

Un programma politico semplice: tornare ai valori del passato e valorizzare economia e turismo nel rispetto dell’ambiente. 

Il sindaco pescatore è un film per la televisione del 2016 diretto da Maurizio Zaccaro, incentrato sulla vita di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, ucciso il 5 settembre 2010. Vassallo è interpretato da Sergio Castellitto, affiancato da Anna Ferruzzo nel ruolo della moglie Angelina, Fabrizio Contri, Maurizio Marchetti e Lavinia Guglielman.

È la storia del pescatore Angelo Vassallo, che vive nel piccolo centro di Pollica nel Cilento, un paese completamente devastato dal malgoverno, ma è comunque un uomo pieno di speranze che vuole ridare lavoro e bellezza al comune di Pollica, combattendo la mafia che, oltre a smerciare droga per il lungomare, ha permesso la realizzazione di opere pubbliche con appalti truccati che hanno ulteriormente deteriorato la figura del paese. Vassallo decide di sporcarsi le mani, quindi si candida a sindaco e riesce a vincere, però deve immediatamente combattere contro l’ostilità degli assessori e addirittura del segretario. Dopo uno scontro col magistrato e col padre, a cui fa abbattere la casa abusiva e non a norma, Angelo Vassallo può iniziare la sua opera di bonifica della città. Alle soglie del 2000 il comune diventa uno dei centri turistici più importanti del Cilento, con un porto attrezzato e una riserva naturale, ma resta sempre il problema della camorra e dello spaccio. Per cui nel 2010, poco tempo dopo aver fatto chiudere un locale notturno del lungomare, dove vi era un cospicuo spaccio di droga, Vassallo viene assassinato con diversi colpi di pistola, mentre sta rientrando a casa in auto.

Il film per la TV rende onore a quel grande eroe che è stato un ex pescatore, che tra le onde ha imparato la durezza della vita onesta e la bellezza del mare e della natura, per cui quando viene eletto sindaco fa di questa linea di vita un programma di governo semplice semplice: tornare ai valori del passato e valorizzare l’economia e il turismo nel rispetto dell’ambiente. Il problema è che non è così facile metterlo in pratica: troppo diffusa la malavita, la pratica della contiguità, dell’intrallazzo, la mentalità della “giusta conoscenza”. Difficile far capire a chi ha votato per te che quel voto non gli garantisce un trattamento “speciale” in caso di errore o di multa. Difficile fare la voce grossa contro la malavita, che fa girare soldi sporchi per aprire locali notturni equivoci. Difficile far capire che non si possono gettare a terra i mozziconi di sigaretta con nonchalance. Difficile combattere da soli. Eppure Vassallo lo fece, sino all’ultimo, anche quando era abbastanza chiaro che rischiava grosso. Per questo non possiamo non definirlo eroe moderno. Per questo non possiamo non ricordarlo, oggi 5 settembre, per il decimo anniversario del suo barbaro assassinio. I suoi assassini non hanno fatto i conti con l’eredità che Vassallo ha lasciato dopo di sé: la battaglia in nome dei suoi ideali, che tutti abbiamo fatto nostra.

Per questo, oggi, “siamo tutti Angelo Vassallo”