Occhi di gatto

O-O-O Occhi di gatto, O-O-O- Occhi di gatto... è questo il nome del trio compatto, son tre sorelle che han fatto un patto…  ♥♥♥

OCCHI DI GATTO

OCCHI DI GATTO

Gli anime visti in questi giorni di forzata inattività causata dal maledetto  Covid-19 mi hanno fatto venire voglia di fare un tuffo nel passato, quindi mi è venuta l’idea di “postare” qualche articolo su manga e anime che hanno “segnato” (positivamente, è ovvio!) la mia adolescenza, e non solo…

Cominciamo da Occhi di gattouno di quelli che ricordo con maggiore simpatia: una versione “femminile” del più famoso Lupin III, con tre protagoniste “ladre” ma “ladre gentildonne”, se così vogliamo dire. Il messaggio, quindi, non è certamente dei più costruttivi da un punto di vista etico e morale, ma tutto dipende dall’ottica da cui guardiamo la storia!

Cat’s Eye – Occhi di gatto (キャッツ・アイ) è un manga shōnen, creato da Tsukasa Hōjō e pubblicato in Giappone sul mensile  dal 1981 al 1985. In Italia è stato pubblicato da Star Comics dall’aprile 1999 al settembre 2000 sulla collana Starlight. È uno dei manga più famosi di tutti i tempi, con oltre 18 milioni di copie vendute.  Una serie anime prodotta da Tokyo Movie Shinsha è stata trasmessa su Nippon Television dal 1983 al 1985, andata in onda anche in Italia dal settembre 1985 sull’emittente televisiva Italia 1. Conta 73 episodi, divisi in due stagioni, di cui l’ultima ha un finale aperto. Ovviamente in quegli anni io c’ero e sto sempre aspettando il finale inatteso, quello che tutti vorremmo vedere.  A distanza di 25 anni dall’ultima pubblicazione, un remake del manga disegnato da Shingo Asai, è stato pubblicato dall’ottobre 2010 al gennaio 2014 su Comic Gekkan Zenon. Gli otto volumi di cui è composto sono arrivati anche in Italia, pubblicati da Planet Manga da novembre 2012 a maggio 2015.

La trama è semplice, ma non semplicistica: la giovane Sheila Tashikel (uso solo i nomi dell’edizione italiana) gestisce il caffè Cat’s Eye (“Occhi di gatto”) con la sorella maggiore Kelly e quella minore Tati. Il bar è, però, una copertura: le tre donne sono, infatti, una celebre banda dedita al furto di opere d’arte, anch’essa chiamata Cat’s Eye, che così firma i biglietti da visita lasciati sulla scena dei furti. Esse, tuttavia non si dedicano al furto per lucro: rubano esclusivamente opere d’arte appartenute a Michael Heinz, famoso artista degli anni ’40, che è il loro amato padre scomparso. Sperano di ricostruirne così la collezione, che era stata loro sottratta dai nazisti.  L’investigatore incaricato delle indagini per la loro cattura, Matthew Hisman,  è anche il fidanzato di una di loro e non sospetta minimamente delle tre sorelle: scoprirà per caso e con sorpresa che la banda è composta da donne.

Il finale del manga, scritto l’anno seguente alla conclusione della serie animata, si differenzia da questa ed è il finale aperto di cui parlavo sopra.

Insomma, risate a tutto spiano e in sottofondo una bella storia d’amore dai toni adolescenziali. Per sorridere un po’, cosa che non fa mai male!

Confesso di averlo visto più di una volta (mia madre ne sa qualcosa) e non proprio in età adolescenziale. Mi piacerebbe avere qualche manga da tenere nella mia biblioteca dei ricordi, quindi l’ho cercato fino a qualche mese fa in più di una fumetteria, ma non l’ho trovato! In quanto oggetto vintage, è diventato più prezioso dell’oro, purtroppo! 🙁

(dati essenziali tratti da wikipedia)