M. figlio del secolo

 

M_FIGLIO

Intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale”

 

Antonio Scurati– saggista e romanziere – dichiara subito di non avere la pretesa dello storico ma di voler scrivere un romanzo su Mussolini.

Eppure sin dalle prime pagine questo sembra più un ricco libro di storia che un romanzo nel senso tradizionale del termine. La lettura stessa scorre faticosa e lenta, come è normale  per un libro che presenta complicati  fatti storici con relative fonti, spesso molto articolate.

Non si tratta certo di un romanzo con la sua bella e scontatissima trama. Semmai, romanzesca può essere considerata la presenza delle storie d’amore del duce, gli intrighi, le scene di “giallo”, nonché la presenza di un sistema di personaggi abbastanza articolato, con co-protagonisti come Margherita Sarfatti (decisamente la figura femminile più rilevante dell’opera), aiutanti/ antagonisti come Gabriele D’Annunzio (la cui persona e personalità è descritta ottimamente dall’autore, che sembra averlo conosciuto quasi di persona…), oppositori come Matteotti (che colpisce per il coraggio stupefacente e il nobile sprezzo della morte).

Ma non può bastare  questo per “etichettare” un libro come romanzo nel senso tradizionale del termine! Semmai, dovremmo parlare di “romanzo documentario”.

Quello che colpisce- disquisizioni narratologiche a parte- è l’inquietante somiglianza tra ciò che Scurati ci racconta avvenuto nel 1919 e quello che accade oggi, nel 2019 (100 anni esatti: è una terribile coincidenza?). Lo stesso sostrato sociale ed economico, lo stesso fascino per l’uomo solo al comando, la stessa noncuranza per alcuni gesti e azioni che avrebbero dovuti essere dei chiari segni premonitori…

Non è questo il luogo per iniziare una dissertazione politica (né la sottoscritta ne avrebbe le competenze necessarie a non rendere simili riflessioni delle banali “chiacchiere da bar”), ma quel che è certo è che qualsiasi semplice lettore di media cultura ritrova nel modo di salire al potere del duce, nella sua fascinazione sulle masse, nei suoi provvedimenti politici della prima ora qualcosa di tremendamente attuale….

E allora… leggiamo con attenzione il libro, ricordandoci che ciò che è stato può essere di nuovo! Sta a noi dirci con chiarezza quanto teniamo alla nostra libertà e vigilare perché non ci sia tolta, dopo che tanto sangue è stato versato per la sua conquista!

N.B. L’arco temporale trattato (1919/1925) lascia arguire che Scurati abbia intenzione di scrivere un “seguito” dell’opera, proseguendo sino alla fine della vita di quello che è stato definito da qualcuno come “il più grande statista della storia”. Quindi noi aspettiamo fiduciosi!

latineloqui69