La classe degli asini

Flavio Insinna e Vanessa Incontrada, protagonisti de La classe degli asini

Flavio Insinna e Vanessa Incontrada, protagonisti de La classe degli asini

“Promettimi che non smetterai mai di studiare. La scuola non è un posto. La scuola la devi sentire nelle mani, nella testa, nel cuore.”

La classe degli asini è un film per la TV ispirato alla vicenda reale di Mirella Antonione Casale e alla sua strenua lotta per l’inclusione dei disabili nella scuola. È andato in onda il 14 novembre 2016 su Rai 1 ed è ispirato all’omonima canzone interpretata da Natalino Otto e successivamente anche da Renzo Arbore.

La storia è ambientata a Torino negli anni Sessanta. La professoressa Mirella Casale (Vanessa Incontrada), futura preside, ha una figlia disabile (la giovanissima ma già bravissima Aurora Giovinazzo, nota al pubblico televisivo per aver recitato anche nella bellissima fiction “Sorelle” con Anna Valle) che a causa di un’encefalite non riesce a compiere quasi nessun atto motorio e ad esternare emozioni; Felice Giuliano (Flavio Insinna) è un professore comprensivo e idealista, che crede fortemente nella propria missione educativa; poi c’è Riccardo, un bambino problematico proveniente dal Sud Italia con gravi difficoltà d’integrazione con i compagni della stessa età: poco educato e per questo escluso dai compagni, Riccardo viene inserito in una scuola di sole classi differenziali. Il comprensivo professore Felice, contrariamente alla maggioranza dei professori, lo difende sostenendo che può rimanere nella scuola pubblica: anche per questo motivo crea una cosiddetta “scuola degli asini”, ovvero un dopo-scuola per tutti coloro che hanno difficoltà di studio e/o ad essere accettati dagli altri. Durante una sua fuga dalla scuola differenziale, dove viene spesso maltrattato e picchiato, Riccardo trova per strada un gattino, che regala alla figlia disabile di Mirella, riuscendo finalmente a suscitarne emozioni e azioni. I due professori, fidandosi e credendo al bambino quando racconta i maltrattamenti subìti, denunciano l’istituto facendovi irruzione e liberando lui ed i suoi nuovi compagni. Si arriva così all’inserimento di bambini disabili o con difficoltà integrative nelle classi delle scuole pubbliche di tutta la nazione, anche e soprattutto grazie a Mirella che, diventando preside della sua scuola, è la prima a integrarli, suscitando di conseguenza in Italia un movimento che porta a una nuova legge e conseguente chiusura delle classi differenziali.

Oggi, grazie al cielo, tutto questo è la “normalità”: i ragazzi disabili sono integrati nelle nostre classi, vivono la quotidianità con i compagni loro pari, interagiscono con loro vivendo le loro stesse esperienze (sociali, scolastiche, relazionali), crescono con i loro coetanei “normali”. Si tratta di esperienze bellissime, che segnano e insegnano. Anche a noi insegnanti. Per questo ci sembra così lontano dalla realtà vedere un film come questo, che ci ricorda quando tutto questo non succedeva, quando avere un handicap era una colpa, quando i disabili erano dei reietti della società e i loro genitori lasciati soli con se stessi, anzi con il loro figlio problematico. Quanta strada abbiamo dovuto percorrere, prima di renderci conto di ciò che perdevamo, tenendoli lontani da noi!

Meditiamo, gente, meditiamo!

 

(dati essenziali della trama tratti da Wikipedia, ma liberamente modificati e integrati)