Fare scuola ai tempi del Coronavirus

LA SCUOLA SI AGGIORNA (o almeno ci prova…)

virus

Alla fine è successo: dal 5 marzo al 15 marzo sono chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado nell’intero territorio nazionale, come si prevedeva e si vociferava da un po’…

Inutile dire che tutti gli studenti “del Regno” (come si diceva due secoli fa…) sono felicissimi. Mai successa una cosa del genere: 10 giorni in più di vacanza, “rosicchiati” al calendario scolastico senza colpo ferire. Ma ovviamente non dobbiamo pensare che sia un periodo di ozio completo! La ministra Azzolina ha fatto sapere che la scuola deve continuare ad essere presente e attiva. Dobbiamo trasformare questo momento di emergenza in occasione di crescita, sfruttare un impedimento e cogliere l’occasione al volo per crescere. Come? Modernizzandoci. Non lasciando passare i giorni invano. Trasformando la nostra scuola, ancora troppo “tradizionale” e “tradizionalistica” in scuola moderna, digitale, all’avanguardia. E così- non potendo tanto uscire di casa- tutti noi prof. siamo online a cercare di produrre qualcosa per i nostri ragazzi, da condividere rigorosamente mediante registro elettronico e piattaforme associate. Così i nostri ragazzi non saranno soli, “persi nel loro telefono” (magari anche senza mamma e papà, che nel frattempo dovrebbero continuare ad andare al lavoro, perché se le scuole di tutta Italia sono chiuse il resto dell’Italia è “aperto”…), ma continueranno a “fare scuola”. Da lontano. In modo moderno. Collegati. Come piace a loro.

Ci sarebbero migliaia di cose da dire a proposito di questa improvvisata didattica a distanza. Mi limiterò a dirne una: essa non può e non potrà MAI sostituire quella “tradizionale”, quella “in presenza”, noiosa e polverosa quanto vi pare, novecentesca e gentiliana, se volete, ma di tutt’altra specie rispetto a quella fatta “da dietro uno schermo”. Non foss’altro che per il piacere di ritrovarsi tutti insieme, fisicamente vicini o attigui, all’entrata in un’aula la mattina presto quando sembriamo tanti zombie, nei corridoi rumorosi durante l’uscita, in aperto giardino durante la ricreazione, con tutto quel repertorio di gesti, sguardi, odori, approcci, scherzi, abbracci, pacche sulle spalle e battute che solo chi frequenta una scuola può conoscere…

Però in questo momento questa didattica a distanza che noi prof. stiamo imparando seguendo tutorial può esserci di supporto. Quindi proviamo a farne uso, ognuno secondo le sue potenzialità e senza grandi aspettative:  nessuno di noi si aspetta di arrivare all’improvviso a gareggiare con un nativo digitale in dimestichezza con la tecnologia o nell’approccio al web. I nostri studenti sono troppo avanti e NON li raggiungeremo MAI, come è giusto che sia! Però potremmo imparare da loro qualcosa, che nel prosieguo della nostra carriera professionale ci potrebbe mettere un po’ più a nostro agio con il  mondo della tecnologia ormai onnipresente e imprescindibile…

Quindi… grazie, Coronavirus? Be’, ora non esageriamo! 😉