La parola contro la camorra

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Quando mi chiedono perché racconto, rispondo semplicemente: «… e perché tu non racconti?».
Molti diranno e ripeteranno che ciò che faccio significa infangare il Paese. E io ogni volta ribadirò che invece questo è l’unico, dannatissimo modo per cercare di cambiare le cose.

La parola contro la camorra è un cofanetto che riunisce un libro di Saviano e un Dvd che contiene un video inedito.

Il libro propone due testi inediti di Roberto Saviano. In Così parla la mia terra Saviano ripercorre la puntata speciale di Che tempo che fa del 25 marzo 2009 a lui dedicata, una serata seguita da oltre 4 milioni e mezzo di telespettatori, e approfondisce i temi toccati in quell’occasione, dal modo in cui i giornali locali – da cui sono tratte le immagini inserite nel libro – parlano del crimine organizzato al rapporto tra linguaggio dei media e organizzazioni criminali. Una luce costante è invece una lunga riflessione sul potere della parola, uno strumento di cui la camorra si è sempre servita per diffamare e isolare i suoi avversari perché «Le organizzazioni criminali hanno necessità di portare avanti un assioma: chi è contro di noi lo fa per interesse personale. Chi è contro di noi sta diffamando il territorio, perché noi non esistiamo come loro ci raccontano».

Un’esperienza toccata a molte personalità simbolo della lotta alla mafia, da Giovanni Falcone a Saviano stesso.
Completano il libro gli scritti di Walter Siti, Aldo Grasso, Paolo Fabbri e Benedetta Tobagi.

Il Dvd contiene due video. Il primo, un’«orazione civile» di quasi un’ora assolutamente inedita, è stato registrato lo scorso 30 ottobre appositamente per il cofanetto di Stile libero.

Segue la puntata speciale di Che tempo che fa dedicata a Saviano, uno degli eventi televisivi dello scorso anno la cui importanza Benedetta Tobagi, nel suo contributo, spiega così: «Saviano porta nelle case in prima serata quello che una gran parte del Paese non vuole vedere. Un’operazione maieutica che ricorda i principî della controinformazione, come l’ha definita Eco negli anni Settanta. Rompe il silenzio, insegna a vedere, svela infine il volto osceno della realtà. Mentre racconta, guardiamo lo scheletro nudo e spietato del mondo di tutti i giorni attraverso la lente dei suoi occhi, come chi uscisse dalla caverna e scorgesse per la prima volta, con stupore e spavento, i veri contorni delle cose. Resta come un sasso nella scarpa, sotto il materasso, fastidioso, la verità».

Geniale, anche a livello di comunicazione. Sì, perché ai nostri giorni la parola non è più solo SCRITTA, ma anche e soprattutto VISTA, FILMATA, VISUALIZZATA. Studiosi di alto calibro ci dicono che quel tipo di parola soppianterà ben presto quella scritta. E allora l’unica via è adattarsi e parlare attraverso tutti e due i canali (finché ne esisteranno due…).

Grande Saviano!

latineloqui69