San Martino

CARDUCCI, San Martino 

La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull’uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.

L’atmosfera piena di brio del borgo è dovuta al giorno di San Martino (cioè l’11 novembre) in un paesetto della Maremma poiché  per le vie si diffonde quell’odore aspro di vino e di carne che viene cotta sullo spiedo, ma i pensieri dell’uomo sfuggono a quest’allegria e volano lontani proprio come gli uccelli.
Questo giorno risulta di una certa importanza per gli agricoltori perché segna la fine del lavoro nei campi e l’inizio del travaso del vino dai tini nelle botti. All’allegria del borgo si contrappone quella tristezza del paesaggio autunnale in quanto avvolto dalla nebbia.

 

Proprio l’opposto della bellssima immagine quasi primaverile che emerge dalla poesia di Pascoli, Novembre.

Bellissime entrambe, seppur così diverse!

E chiudiamo con una citazione:

Ed è novembre. I pomeriggi sono più laconici e i tramonti più austeri. Novembre mi è sempre sembrato la Norvegia dell’anno.
(Emily Dickinson)

 

latineloqui69