Storia della bambina perduta (L’amica geniale vol. 4)

 

bambina perduta

 

“Anche quando la odiavamo finivamo per rispettarla e temerla”

Cominciamo col dire che il libro finisce in un modo che non avrei mai immaginato, ponendo un “sigillo” davvero particolare a questa saga lunghissima e intensa. Anche in questo, dunque, la misteriosa autrice Elena Ferrante si dimostra sublime maestra di stile narrativo…

Sin dalle prime pagine di questo libro mi sono chiesta (e immagino che per tutti i lettori sarà così…) chi potesse essere la “bambina perduta” e per quale motivo avesse conquistato l’importanza di rappresentare il titolo più significativo della saga, cioè l’ultimo. Non starò, quindi, a rivelare il dettaglio della trama, che si scopre solo pian piano e in un modo tragicamente catartico, per non rovinare la bellezza della lettura personale… Mi limiterò ad osservare che la scelta è DAVVERO felice, in quanto simbolica e significativa: si tratta, dunque, di un altro “tocco d’autore” della bravissima Ferrante, di cui, ora che ho finito le ultime righe della saga, mi mancheranno tremendamente (oltre alle due “mitiche” eroine della saga Lila e Lenù) le belle pagine di prosa ricca, ordinata, forte ma delicata allo stesso tempo.

Mi sembra utile iniziare la presentazione di questo quarto volume riportando l’indice completo dell’opera “L’amica geniale”:

PROLOGO. Cancellare le tracce

INFANZIA. Storia di Don Achille

ADOLESCENZA. Storia delle scarpe

GIOVINEZZA. Storia del nuovo cognome

TEMPO DI MEZZO. Storia di chi fugge e di chi resta

MATURITÀ. Storia della bambina perduta

VECCHIAIA. Storia del cattivo sangue.

EPILOGO. Restituzione.

Messi in questo modo, i titoli scelti dall’autrice spiccano in maniera più significativa e si lasciano interpretare meglio. Ogni fase della vita delle due protagoniste (e non della sola narratrice Lenù, ricordiamolo sempre!) è accompagnata dall’evento che l’ha caratterizzata (scarpe, matrimonio, rapporto con il rione) o segnata  per sempre (don Achille, la bambina perduta, il “cattivo sangue”). A chiudere circolarmente tutta la narrazione, narrata in rigoroso e attento ordine cronologico, un Prologo e un Epilogo, che danno una ragione “letteraria” e narratologica all’opera tutta.

In quest’ultimo libro, dunque, Lila e Lenù sono ormai adulte e hanno alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e “rinascite”. Ognuna delle due affronta in modo diverso il diventare vecchia. Ognuna delle due ha accanto a sé una famiglia diversa e difficile a suo modo. Intanto la storia d’Italia e del mondo si dipana sullo sfondo (arriviamo sino ai giorni nostri…) e anche con questa le due donne si devono confrontare. Ognuna delle due lo fa nel suo modo originale, irripetibile, “geniale”.

E a questo punto la domanda finale è: chi è l’amica geniale del titolo? Lila? O magari Lenù?