L’ultimo Catone

L’ultimo Catone è un romanzo del 2001 della scrittrice spagnola Matilde Asensi, pubblicato in Italia dalla Sonzogno nel 2005.ultimo_catone

La protagonista del romanzo, nonché narratrice in prima persona di tutta quanta la storia, è la “suora” Ottavia Salina. Ottavia è la massima autorità dell’Archivio Segreto Vaticano in fatto di paleografia. La storia in cui Ottavia viene coinvolta inizia quando viene trovato in Grecia il corpo di un etiope vittima di un incidente aereo, il quale ha sul corpo strani simboli, tatuati praticamente ovunque, raffiguranti sette croci e sette lettere dell’alfabeto greco a formare la parola staurós, ossia croce. Suor Ottavia risulta essere l’unica al mondo in grado di poter decifrare il significato di tali simboli. Da questi sembra però questa volta dipendere le sorti di tutte le Chiese Cristiane, dato che accanto al corpo dell’etiope sono stati rinvenuti tre pezzetti di legno che probabilmente sono le schegge della Croce di Cristo. Affiancata dalla guardia svizzera Kaspar Glauser-Roïst e dall’archeologo Boswell, Ottavia inizia così ad indagare su una setta misteriosa e dimenticata: gli Staurophylakes, ovverosia i guardiani della Vera Croce (i cui capi, nel succedersi l’uno all’altro, assumono tradizionalmente il nome di Catone a ricordo dell’integrità morale dell’Uticense), incaricati di vegliare su di essa fin dal IV secolo. La soluzione per scovare la fantomatica setta si trova nascosta in uno dei libri più famosi ed ambigui dell’intera umanità: quello del Purgatorio dantesco. Il padre della nostra lingua, infatti, è stato infatti uno dei membri più autorevoli ed illustri della storia della confraternita degli Staurophylakes e, nella sua opera, egli avrebbe lasciato le istruzioni per il cammino di iniziazione alla setta. I nostri protagonisti dovranno dunque svolgere la loro ricerca attraverso un lungo percorso di espiazione dei sette peccati capitali. Ciò li porterà a passare per sette città, in ognuna delle quali sarà espiato loro un singolo peccato, proprio come succedeva a Dante durante il suo percorso di espiazione dai peccati sulla montagna del Purgatorio; saranno così per le strade di Siracusa, Roma, Ravenna, Gerusalemme, Atene, Costantinopoli, Alessandria e infine Antioch, al solo scopo di scoprire chi siano e quali scopi abbiano questi misteriosi Staurophylakes. Le cronache partono dall’anno 341 d.C. e si arrestano al 1219, anno in cui i resti della Vera Croce vengono portati in un posto segreto denominato Paradiso.

(liberamente tratto da  Wikipedia, l’enciclopedia libera).

Pur essendo indubbiamente un romanzo appartenente al genere del thriller o romanzo poliziesco, il libro della Asensi è originale in quanto mescola sapientemente  temi storici, archeologici e religiosi ma vira verso la fine ad un genere avventuroso- fantastico che ci ricorda l’ottocentesco e vittoriano “Le miniere di re Salomone” di Henry Rider Haggard (capostipite del genere “mondi perduti”), per concludersi addirittura come un tradizionale romanzo rosa. L’intenzione dell’autrice, lodevole nella sua ineccepibile documentazione storica, è probabilmente quella di rifarsi al modello de “Il Codice Da Vinci” di D. Brown, che tanto successo ha avuto negli ultimi anni e che passa per iniziatore di un certo genere poliziesco a sfondo storico/religioso.

Può essere usato anche come strumento didattico: la sua lettura propedeutica “introduce” al meglio la presentazione della seconda cantica del capolavoro dantesco, il Purgatorio, appunto. L’ho fatto ottenendone un certo riscontro!
Un saluto ai miei ex alunni del IVC, che hanno avuto questa “fortuna”!

latineloqui69