La stranezza

“Noi, invece, la letteratura la facciamo!”

Una bella scena del film

Una bella scena del film

La stranezza è un film italiano del 2022 diretto da Roberto Andò e interpretato da Toni Servillo e Ficarra e Picone, ma anche da Aurora Quattrocchi, Donatella Finocchiaro, Luigi Lo Cascio.

Ambientato negli anni ’20, è un il film in costume in cui il protagonista Luigi Pirandello fa ritorno in Sicilia in occasione del compleanno dell’amico Giovanni Verga; giunto nella nativa Girgenti, scopre che la sua anziana balia Maria Stella (Aurora Quattrocchi) è appena morta. L’autore decide di organizzarle un ricco funerale, per il quale assolda Sebastiano (“Bastiano”) Vella e Onofrio (“Nofrio”) Principato, due singolari becchini. Non riconoscendolo, i due gli rivelano di essersi imbarcati nell’impresa di allestire uno spettacolo di teatro amatoriale con una sgangherata compagnia di paese.
Pirandello, intanto, è tormentato dai “fantasmi” dei personaggi che vorrebbe impiegare in un nuovo spettacolo, al quale non riesce di lavorare a causa di una forte crisi creativa, dovuta principalmente alla pazzia di sua moglie (Donatella Finocchiaro). I due becchini sono invece alle prese con le rispettive situazioni familiari: Nofrio vive un matrimonio infelice con la figlia del suo datore di lavoro, da cui ha ereditato l’impresa di pompe funebri; Bastiano, scapolo, ha l’ossessione di tenere sua sorella Santina lontana dagli uomini e trova conforto nelle prostitute del bordello locale. A tutto questo si aggiungono i traffici di un impiegato comunale (che finirà per ritardare oltremodo il funerale di Maria Stella) e l’incompetenza degli improvvisati attori della compagnia. Man mano che l’allestimento del dramma va avanti, Pirandello si interessa sempre di più alle bizzarre avventure dei due becchini, che gli donano nuova ispirazione. Dopo molte peripezie lo spettacolo della “Compagnia Filodrammatica Siciliana Principato e Vella” va finalmente in scena al Teatro di Santa Lucia, ma anche la prima, a cui Pirandello assiste di nascosto, viene funestata da una serie di eventi: per prima cosa, l’impiegato comunale pensa di riconoscere se stesso nel protagonista del dramma ed interrompe una prima volta la recita per protestare (finendo incidentalmente per sbugiardare i propri illeciti). In seguito Fofò, uno degli attori segretamente innamorato di Santina, scopre che la donna è invece l’amante di Nofrio, e che i due progettano di scappare insieme; Fofò fa avere le prove di questo piano a Bastiano, il quale va su tutte le furie e affronta Onofrio a scena aperta. Pirandello nota come il pubblico reagisca positivamente a questa fusione di realtà e teatro e viene colto da un’improvvisa ispirazione (“Ho in mente una stranezza…”): lascia così lo spettacolo prima di poter vedere la conclusione della faccenda. Sei mesi dopo, Bastiano e Nofrio (che vive con Santina a Catania) ricevono un invito da parte di Pirandello al Teatro Valle, per assistere alla prima del suo nuovo spettacolo Sei personaggi in cerca d’autore; i due, che non si vedevano dalla sera della prima, si ritrovano sul treno che li porterà a Roma e hanno modo di riappacificarsi.
Lo spettacolo va in scena nel maggio 1921 ed è subito chiaro che Pirandello ha tratto ispirazione dai fatti di qualche mese prima per creare un dramma innovativo, in cui il rapporto tra pubblico, trama e attori viene il più possibile assottigliato. Tuttavia, il pubblico mal sopporta queste novità.  Al termine della recita scoppia una vigorosa protesta contro l’autore, colpevole, a detta di molti dei presenti, di averli ingannati con una folle buffonata (“Troppo cerebrale! Maledettamente noioso!”, “Manicomio! Buffone! Pagliacci!”). Pirandello, insieme alla figlia, è costretto alla fuga, ma prima di lasciare il teatro chiede all’assistente di scena se i biglietti a nome di Onofrio Principato e Sebastiano Vella siano stati ritirati. L’uomo gli risponde di non aver mai ricevuto disposizione di invitare nessuno che corrispondesse a quei nomi, lasciando il grande autore in preda ai dubbi. Nofrio e Bastiano, che si erano nascosti a causa della ressa, si ritrovano chiusi nel teatro romano vuoto e buio, dove finalmente possono rasserenarsi poiché “quello che dovevano fare l’hanno fatto”.

Nel 1923 Sei personaggi in cerca d’autore diverrà uno dei maggiori successi di Pirandello e lo porterà a ricevere il Premio Nobel nel 1934. Dei due becchini filodrammatici non vi è traccia negli annali ed allo spettatore non rimane che chiedersi se anche loro non siano frutto della mente di Pirandello.

NON VEDEVO L’ORA DI VEDERE QUESTO FILM, che non ero riuscita ad andare a guardare al cinema quando uscì. Non vedevo l’ora di vedere Ficarra e Picone (due dei miei attori e comici preferiti) accanto a quel gigante di Toni Servillo. Non vedevo l’ora di vedere sul grande schermo Luigi Pirandello, uno dei miei scrittori preferiti.

E non sbagliavo! Ficarra e Picone recitano con la loro solita inimitabile arguzia (“Professore, con tutto il rispetto: tornate ad insegnare, perché voi di letteratura siete un poco asciutto…”), Pirandello incontra nientemeno che Verga in una bella scena che sa di lezione di letteratura italiana (“Tu hai messo una bomba sotto all’edificio che noi faticosamente abbiamo costruito: la realtà!”). E poi, la bellezza del copione dei “Sei personaggi in cerca d’autore” nella macchina da scrivere!!! Finezza pura!

Insomma, un piccolo capolavoro “alla Ficarra e Picone”. SEMPRE Più BRAVI!!!

(dati essenziali della trama tratti dalla relativa pagina di wikipedia)