I 4 libri delle PICCOLE DONNE

Odore proustiano di infanzia

piccole donne

I 4 libri delle PICCOLE DONNE sono: Piccole donne, Piccole donne crescono, Piccoli uomini, I ragazzi di Jo: si tratta della lunga e avvincente la storia di una famiglia sullo sfondo dell’America scossa dalla guerra di Secessione.

“Piccole donne” (Little Women or, Meg, Jo, Beth, and Amy) è il più famoso romanzo di Louisa May Alcott, pubblicato inizialmente negli Stati Uniti in due volumi, il primo nel 1868 e il secondo nel 1869.  Nel 1880 i due volumi furono riuniti in uno solo, “Little Women”, che continua a essere quello letto in America. L’edizione del 1880 presenta anche alcune modifiche, soprattutto nel linguaggio, l’American Idiom, che rispecchiava pienamente il parlato dei personaggi, ma poco conveniente in una prosa letteraria. In Italia si preferì, come del resto in molti altri Paesi (ad esempio Francia e Inghilterra), dividere il romanzo in due parti, dato il pubblico di ragazzi a cui era destinato. La traduzione del primo volume risale al 1908, con il sottotitolo “Da un Natale all’altro”, mentre il secondo volume fu pubblicato nel 1911 con il sottotitolo “Tre anni dopo”. Successivamente i due volumi vennero ripubblicati numerose volte con quelli che diventeranno i due titoli ancora oggi utilizzati: “Piccole donne” e “Piccole donne crescono”.

“Piccole donne” (1868)
Il primo romanzo racconta la storia delle quattro sorelle March – Meg, Jo, Beth e Amy, chiamate regolarmente con i loro diminuitivi – che rispecchiano quelle della stessa famiglia Alcott. Il loro padre è un semplice cappellano partito per il fronte durante la Guerra di secessione americana, lasciando a casa le figlie e la moglie. Le ragazze, con i loro pregi e i loro difetti, pur essendo povere e con i problemi tipici dell’adolescenza, imparano a crescere e diventare ragazze responsabili, pronte a difendersi da qualsiasi vicissitudine.

Il libro copre l’arco narrativo di un anno: inizia a Natale e finisce a Natale dell’anno dopo, e in questo arco di tempo vengono analizzati i singoli caratteri, i sogni e la maturazione di ciascuna delle quattro sorelle, le quali vivono questo periodo quasi come un gioco, come una scommessa fatta con la madre di riuscire a migliorare caratterialmente e a combattere i loro “nemici interiori”. Grande importanza viene data a questo dettaglio: tutto il romanzo, infatti, si ispira al libro Il viaggio del pellegrino di John Bunyan, il quale vede la crescita di ogni persona come allegoria del viaggio di un pellegrino che, con il suo fardello sulle spalle (il proprio carattere, con i pregi e difetti) passa dalla Città della Perdizione, la nostra realtà, alla Città Celeste, con il raggiungimento dei propri obiettivi e il completamento della nostra maturazione. È un passaggio chiave del romanzo spesso messo in disparte dalle trasposizioni teatrali e cinematografiche del romanzo, che rivela il pensiero fortemente trascendentalista e le idee educative innovatrici di Amos Bronson Alcott, padre della scrittrice.

Il libro ebbe un successo immediato quando uscì e oggi è considerato un classico della letteratura per l’infanzia, consigliato dagli insegnanti e amato dai bambini. Viene molto preso in considerazione anche dalla pedagogia, in quanto il tema principale del romanzo non è solo la famiglia e come gli insegnamenti dei genitori si riflettano sui figli, bensì la crescita e la trasformazione interiore da adolescenti ad adulti ed è pervaso da un sentimentalismo generalmente americano che tuttavia rende il romanzo molto interessante.

“Piccole donne crescono” (1869)
Il secondo romanzo continua la narrazione delle avventure dei protagonisti tre anni dopo la fine di “Piccole donne”, comprendendo questa volta un arco temporale molto più ampio atto per mostrare i cambiamenti dei personaggi. È raccontato con lo stesso spirito e vena poetica, segnando un passo fondamentale per il seguito della tetralogia delle Piccole Donne.

TRAMA: Meg sposa John Brooke, ed essi hanno due bambini: Demijohn (Demi) e Margaret (Daisy). Vivono modestamente in una casa da loro stessi comprata, “la Colombaia”, e John continua a lavorare come istitutore per altri ragazzi. Jo, diventata una scrittrice, rifiuta una proposta di matrimonio da parte di Laurie e sposa Fritz Bhaer, un professore tedesco di filosofia. Beth muore per insufficienza cardiaca dovuta alla scarlattina. Amy compie un lungo viaggio in Europa, nella speranza di realizzare i suoi sogni, ma si rende conto di non possedere il talento necessario per diventare una grande artista; incontra Laurie in Francia e i due si innamorano e si sposano.

“Piccoli uomini” (1871)

“Piccoli uomini” narra gli esordi della scuola Plumfield di Jo descrivendo le avventure degli allievi, tra cui Rob e Teddy (figli di Jo e Fritz), Demi, Daisy e Josie (figli di Meg e John) e Bess (figlia di Laurie e Amy). Tra gli altri personaggi vi sono l’ingenuo violinista Nat, il suo amico scapestrato Dan, l’esperto di mare Emil, il più maturo Franz, i vivaci Nan e Tom, Dolly e Stuffy.

“I ragazzi di Jo” (Jo’s Boys and How They Turned Out) (1886)

TRAMA:  Sono passati circa dieci anni dalla fine di “Piccoli uomini”; i ragazzi e i bambini della scuola di Fritz e Jo sono cresciuti, diventando uomini sparsi per il mondo e ragazzi alle prese con gli studi superiori e universitari. Franz, il maggiore dei nipoti del Professor Fritz, fa l’uomo d’affari in Germania e si è sposato con una ragazza tedesca, Ludmilla. Emil, fratello minore di Franz, ha coronato il suo sogno ed è diventato ufficiale di marina su un mercantile inglese. Intrepido e coraggioso, salverà il capitano e la sua famiglia dopo un naufragio e infine ne sposerà la figlia, la bionda inglesina Mary. Il timido Nat, da sempre innamorato di Daisy, ma ostacolato dalla madre di lei (Meg), grazie all’appoggio del suo mecenate Laurie si reca a Lipsia a studiare violino. Lì, a causa del suo carattere debole, per alcuni mesi sperpera denaro tra balli e una vita di eccessi, ma poi la sana educazione dei coniugi Baher lo salverà e lo farà tornare sulla retta via. Tornerà in patria affermato e talentuoso musicista e sposerà Daisy, la figlia di Meg. Il “cattivo ragazzo” Dan gira per l’America in cerca di avventure. Si unisce agli Indiani, poi parla di comprare una fattoria nell’Ovest. Per salvare un ragazzo, uccide inavvertitamente un uomo e sconta un anno di carcere. Solo il ricordo della bellissima fanciulla Bess, figlia di Amy e Laurie, gli permette di sopportare mitemente la pena. Una volta uscito di prigione, va a lavorare in miniera e salva un gruppo di minatori dopo il crollo di una galleria. Dissuaso da Jo a sperare in un futuro con la pura Bess, ritorna fra gli indiani e morirà combattendo in loro difesa. L’indiavolato Tommy, anche lui fedele all’amore della sua fanciullezza, segue Nan alla facoltà di medicina, non adatta a lui. Finirà per dedicarsi agli affari di famiglia e si sposerà con una ragazza di nome Dora completamente diversa da Nan, che invece rimarrà nubile ma affermata dottoressa. Jack, Ned e Stuffy frequentano anch’essi l’università, ma Jo li considera i suoi “fallimenti”: ragazzi mediocri senza particolari talenti. Demi, l’intelligentissimo e promettente nipote di Jo, sembra non trovare la sua strada; dopo aver lavorato un periodo per un giornale, con grande delusione della zia e di tutta la famiglia, si affermerà nel campo dell’editoria e sposerà l’amica Alice. Rob, Teddy, Josie e Bess sono solo adolescenti, ma hanno caratteri già ben definiti che li indirizzeranno nelle scelte di vita. Rob sostituirà il padre alla guida della scuola, Teddy diventerà un ecclesiastico, Josie un’attrice e Bess un’artista nel campo della pittura.

Se ci penso bene, ricordo ancora la copertina e la precisa edizione dei volumi che possedevo io durante la mia preadolescenza: li adoravo e li consideravo preziosi. Non volevo neppure che altri me li spolverassero: dovevo pensarci io! Penso di averli letti tutti almeno due volte. Bravissima l’autrice a creare personaggi così belli, vividi, forti. In loro ti potevi immedesimare. E anche se la distanza temporale era tantissima (all’epoca sapevo a malapena cosa fosse stata la Guerra di Secessione) era facilissimo costruire un ponte che ti portava direttamente da loro! E così quei ragazzini e quelle ragazzine in crescita diventavano facilmente te stessa o i tuoi fratelli e le tue sorelle di cuore. E come è uso fare nei giochi di bambini, IO ERO JO, ovviamente! 😉 

Averne rivisto recentemente un film omonimo del 2019 (molto bello e bene fatto: l’ho recensita qui: https://scuolaeculturaoggi.myblog.it/?s=Piccole+donne), che, come una madaleine proustina, ha contribuito a rievocare in me quei piacevoli ricordi!

Quindi libri da leggere e rileggere; film da vedere e rivedere!

(dati essenziali della trama tratti dalle relative pagine di wikipedia)