Il diario di Petr Ginz

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TITOLO COMPLETO: Il diario di Petr Ginz.

Un adolescente ebreo da Praga ad Auschwitz.

Chava Pressburger (nata Eva Ginzova), sorella minore di Petr, pubblica il diario (in realtà i diari, perché si tratta di due quaderni distinti) del fratello Petr Ginz, nato a Praga da madre ceca e padre ebreo. Secondo le leggi di Norimberga, al compimento del quattordicesimo anno sarebbe dovuto passare sotto la giurisdizione tedesca; fu deportato prima a Terezin (dove incontrò la sorella, deportata lì due anni dopo), poi  il 28 settembre 1944 ad Auschwitz, da cui non tornò più. Di lui ci restano appunti, disegni, riflessioni, linoleografie, un brano di un romanzo incompiuto. Tutto questo materiale compone quest’opera, che quindi risulta meno “organizzata” del Diario di Anne Frank, composto in una situazione e in un contesto completamente diverso, e intrinsecamente  molto diversa dal Diario di Etty Hillesum, di tutt’altra natura e tipologia.  Non per questo si tratta di un libro meno gradevole da leggere e apprezzare.  Come nei due casi citati, tuttavia, troviamo una sorprendente purezza d’animo di un adolescente che nutre l’assoluta fiducia che il momento brutto passerà e  arriverà un futuro migliore.

La sorella, che si fa curatrice del testo, lo presenta precisando che il fratello lo scrisse per sé, con notazioni essenziali, talvolta tachigrafiche, senza alcuna pretesa letteraria; poi nota il fatto che il diario del fratello si trasforma nelle ultime settimane e negli ultimi giorni (quelli che precedeono la sua deportazione), a partire dalla calligrafia; ma anche le stesse annotazioni si fanno nervose , come se non sapesse cosa gli sta per succedere, ma presumesse qualcosa di grave.

La prima pagina del diario vero e proprio è inquietante per un lettore dei nostri giorni: inizia con al riproduzione grafica del distintivo introdotto per gli Ebrei.

Toccante una poesia dello stesso, che comincia così: “Oggi è chiaro a tutti quanti/ chi è l’ariano e chi l’ebreo, / che il secondo riconosci/ dalla stella nera e gialla. / E l’ebreo così marchiato/ viver deve com’è comandato (…)”.

Davvero uno spirito superiore, come lo definisce in più punti la sorella…

latineloqui69