I “privilegiati” dei nostri giorni

Non c’è niente da fare: quando si sente qualche servizio sugli insegnanti c’è sempre qualcuno pronto a definirci come “privilegiati”…
Privilegiati???

Lasciatemi indignare un attimo contro queste leggende metropolitane, per favore…

Possiamo davvero credere che la categoria dei docenti sia privilegiata?
Nel corso degli anni (insegno da quasi tre decenni, quindi ho bene il polso della situazione…) siamo stati declassati, bistrattati, delegittimati, ma anche calmierati con degli insulsi 80 euro, tenuti a bagnomaria per più di un decennio da un punto di vista contrattuale, prosciugati nello stipendio mensile e nella dignità personale e nel frattempo caricati di lavoro burocratico come muli e SAREMMO DEI PRIVILEGIATI?

Intendiamoci: insegno per libera scelta e non per ripiego. Ho scelto questo nobile lavoro sin da quando ero una studentessa e nulla potrà mai farmene pentire. Ma non mi piace passare per quello che non sono e SOPRATTUTTO non sopporto di sentir parlare chiunque su qualunque cosa, senza cognizione di causa…
Da qui l’idea di questo post, per raccontare in estrema sintesi la vita del docente, senza palliativi.
Lavoro dalla mattina alla sera: la mattina per insegnare tutto quello che so nella modalità migliore che posso immaginare, il pomeriggio per programmare (anche se ci cambiano le carte in tavola “ogni 3×2”), personalizzare (chi è del mestiere conosce la differenza tra una programmazione e una stesura di percorsi didattici personalizzati…), preparare lezioni e approfondire, preparare verifiche su verifiche, correggere compiti su compiti, andare a corsi di aggiornamento in giro per la provincia, ma anche (quando mi si apre questa finestra…) per fare corsi di recupero, sportelli ac similia per arrotondare lo stipendio MOLTO modesto con il quale mantengo una famiglia…
E poi ci sono le riunioni. Perché ovviamente noi docenti NON siamo (e non dobbiamo essere) delle monadi: dobbiamo relazionarci con gli altri docenti del Collegio docenti, gli altri docenti del nostro stesso Dipartimento, gli altri docenti del nostro Consiglio di Classe. E infine, ultimo ma non ultimo, con i genitori. Sicché per vari pomeriggi di ogni mese ci fermiamo a scuola per riunioni infinite, dalle quali spesso usciamo stremati, visto e considerato che spesso siamo in servizio dalle 8.00 di mattina e abbiamo fatto appena una pausa pranzo… Eppure nessuno di noi si tira indietro! Lavoriamo e lavoriamo. Ci confrontiamo e ci mettiamo in discussione. Ci mettiamo in discussione e e ci correggiamo. Ma soprattutto PRODUCIAMO! Produciamo verbali cartacei e digitali, file, annotazioni e materiale condiviso sul registro elettronico, modulistica. Qualcuno ha idea di quanto tempo ci vuole per fare tutto questo? Anche se siamo grafomani e/o laureati in “lettere e cartoline” (come si diceva una volta: non so se l’spressione sia ancora in voga…) a volte passano interi pomeriggi senza che ce ne accorgiamo. Con buona pace (spesso…) dei nostri familiari…
E come me vivono TUTTI i miei colleghi, specialmente dopo il varo della “Buona Scuola”! Anzi, mi ritengo persino più fortunata e “privilegiata” di qualche collega, finito/a addirittura fuori provincia se non fuori regione!!! Io almeno sono in un comune limitrofo a quello di residenza!
Quanto alla proposta di aumento di 14 euro in busta paga, mi limito a dire che non merita neanche un commento. Semplicemente mi offende nella mia dignità di lavoratrice.
Però continuiamo a lavorare, sempre con lo stesso entusiasmo. Perché ci crediamo sempre, nonostante tutto!!!
Sarà questo quello che ci frega? 🙁
latineloqui69