Il segno dei tempi: una quasi novantenne sotto scorta

 

“Le stesse banalizzazioni, volgarità, insinuazioni su Anna Frank colpiscono adesso Liliana Segre (…) “E qualcuno dirà che pure la scorta è un privilegio”, ha affermato Gad Lerner a proposito della scorta assegnata alla senatrice a vita Liliana Segre (Milano, 10 settembre 1930).

Verissimo. Infatti non appena è stata presa (anche con molta fatica, direi…) la decisione di assegnare una scorta personale alla senatrice quasi novantenne, che d’ora in poi uscirà di casa accompagnata nientemeno che da due carabinieri, è subito scoppiata la bagarre mediatica e non solo. Va ricordato che il provvedimento è stato deliberato dopo le minacce ricevute via web dall’ex deportata ad Auschwitz, che in un’intervista televisiva ha detto a chiare lettere di riceverne “duecento al giorno (!)”,  e dopo l’esibizione di uno striscione di Forza Nuova esposto nel corso di un appuntamento pubblico a cui la Segre partecipava a Milano.

Ora la domanda è: NON è bastato Auschwitz? Evidentemente no. Nell’èra del web h24, della tastiera come finestra sul mondo, delle “storie” di ogni nostro pensiero, proposito e movimento dobbiamo ANCORA vedere e sentire cose del genere: attacchi ad un’ebrea con la sola colpa di essere ebrea. Violenze verbali contro una nonna quasi novantenne che ha la sola “colpa” di essere in vita dopo essere passata per Auschwitz. Perplessità davanti a narrazioni che vengono da un cuore spezzato e da un grido strozzato. Sospetto di fronte ad una donna che ha deciso di iniziare parlare dell’enormità del suo vissuto dopo ben cinquant’anni. Commenti del tipo: “Ancora con questa storia degli Ebrei!”, “Sì, va be’, ancora con l’antifascismo!”. Sì, purtroppo, perché il Fascismo non è mai morto, se ancora sentiamo che una nonna come Liliana Segre riceve online insulti, minacce, auguri di morte, parole di disprezzo. Questa è la prova provata del fatto che il Fascismo è vivo come non mai, avendo semplicemente cambiato aspetto e modalità di espressione. Ormai è un “Fascismo 2.0” (la definizione non è mia, ma la condivido). E qualcuno vorrebbe minimizzare la cosa, confrontarla con altre simili, dileggiarla, tacciando magari la signora attempata di “manie di protagonismo”…

Invece noi non possiamo che concordare con le parole del deputato Emanuele Fiano: “A Liliana Segre, una delle ultime sopravvissute italiane alle camere a gas di Auschwitz-Birkenau, oggi lo Stato assegna una scorta perché la deve difendere da nuove minacce. È un terribile segnale, è un mondo che corre all’indietro. Difendere oggi chi ha attraversato l’inferno ieri è un dovere ma è anche una sconfitta”.

Esattamente, una sconfitta. Una sconfitta per l’intero genere umano, se è vero come è vero il motto lasciatoci in eredità dal grandissimo commediografo latino Terenzio: HOMO SUM; HUMANI NIHIL A ME ALIENUM PUTO.

Meditiamo, gente, meditiamo!

 

SENATRICE LILIANA SEGRE

SENATRICE LILIANA SEGRE