A mano armata

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TITOLO COMPLETO: A mano armata. Vita violenta di Giusva Fioravanti terrorista neo-fascista quasi per caso.

“Nella mia preparazione politica non ho avuto modelli cui ispirarmi, sono sempre stato autodidatta…”. E modelli da seguire non ce ne sono per Giuseppe Valerio Fioravanti, detto Giusva, una faccia da Carosello, un passato da terrorista. “A mano armata” non pretende di chiarire l’oscura galassia del terrorismo nero, ma l’autore, con una indagine che parte dallo studio degli atti processuali per arrivare ai numerosi colloqui in carcere, cerca di ricostruire le esperienze, le motivazioni, i pensieri di questo personaggio. Dal primo, precoce impatto con i media (a quattro anni il primo Carosello), all’improvvisa notorietà ottenuta recitando in uno sceneggiato televisivo. A dodici anni l’impegno politico, la tragedia e l’orrore.

“Noi siamo sopravvissuti per caso- pensa l’ex capo dei Nar Giusva Fioravanti-, le pallottole ci hanno risparmiato. Volevamo dimostrare che il mondo non appartiene solo ai grandi, che non ci può essere qualcuno che decide sempre per te. Abbiamo fatto un macello per questo e alla fine sia gli amici che le vittime sono morti inutilmente; è scocciante ammetterlo, ma è l’unico modo per rispettare tutti “ (pag. 334).

Riportiamo una recensione di Oreste Del Buono, con cui concordiamo appieno: “Questo è un libro terribile. Non solo perché terribili sono i fatti che racconta, ma per il modo con cui li racconta. Ovvero senza esagerazioni e falsità, ma con la straordinaria lealtà e inflessibile pietà di chi cerca di dire la verità e non si ferma davanti ad alcun ostacolo, ad alcuna obiezione di comodo, ad alcun pregiudizio. L’Italia degli anni di piombo riemerge così in una sua nuova prospettiva (…). E le storie dei ragazzi neri costituiscono una tragedia particolare nella tragedia generale”.

Giovanni Bianconi  è un giornalista e scrittore italiano. Alla fine degli Anni Settanta, durante gli studi universitari (è laureato in Scienze Politiche alla Libera Università Internazionale degli Studi Sociali), inizia la carriera giornalistica collaborando, con una propria rubrica, al quotidiano Avvenire. Per molti anni redattore del quotidiano torinese La Stampa, attualmente è inviato del Corriere della Sera, per il quale segue le più importanti vicende giudiziarie e di cronaca. Ha scritto vari libri, raccontando con acume e gusto per i particolari le vicende criminali avvenute nella capitale negli ultimi trent’anni: dalla funesta vicenda della Banda della Magliana, al terrorismo “nero” dei Nuclei Armati Rivoluzionari di Giusva Fioravanti. È uno dei giornalisti italiani che meglio conoscono la storia dei gruppi dell’eversione interna: nei suoi ultimi saggi, ha analizzato con l’ausilio della gran mole di documentazione giudiziaria e dei rapporti investigativi dell’epoca, il fenomeno delle Brigate Rosse e la complessa – e in parte ancora oscura – vicenda del sequestro di Aldo Moro. Per l’attività svolta si può annoverare tra gli appartenenti alla migliore tradizione di giornalismo investigativo italiano.

(dati biografici tratti da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

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