Addio, Rossanda…

ROSSANA ROSSANDA in un'immagine non molto vecchia

ROSSANA ROSSANDA in un’immagine non molto vecchia

 

È di poche ore fa la notizia della morte di Rossana Rossanda, inettettuale dal nome dolce e letterario che risuona melodico come una ricercata  figura etymologica….

Un’altra grande mente che se ne va. Un tesoro per l’umanità che ci lascia e va a raggiungere il suo posto nell’aldilà…

Rossana nacque a Pola, all’epoca capoluogo dell’omonima provincia italiana (annessa poi alla Croazia jugoslava nel 1947), il 23 aprile del 1924. Crebbe a Milano, dove tra il 1937 ed il 1940 frequentò il liceo classico Alessandro Manzoni, anticipando d’un anno l’esame di maturità, poi si laureò in Lettere e Filosofia.

Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, partecipò giovanissima alla Resistenza in qualità di partigiana e, al termine del conflitto, s’iscrisse al Partito Comunista Italiano. In breve tempo, grazie anche alla sua profonda cultura, venne nominata da Palmiro Togliatti responsabile della politica culturale del PCI. Nel 1963 venne eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. Si schierò senza problemi contro il suo partito in occasione dell’occupazione della Cecoslovacchia da parte di paesi del Patto di Varsavia, per cui fu radiata unitamente a tutta la sua corrente- durante il XII Congresso nazionale del Partito svoltosi a Bologna nel 1969. Dopo essere stata direttrice de Il Manifesto sin dalla fondazione, decise di lasciare per alcuni anni la politica attiva per dedicarsi al giornalismo ed alla letteratura, senza però abbandonare il dibattito politico e la riflessione sui movimenti operaio e femminista italiani. Il 26 novembre del 2012 lasciò definitivamente il giornale per forti screzi col gruppo redazionale, «preso atto della indisponibilità al dialogo».

È morta ieri, 20 settembre 2020, all’età di 96 anni.

Con la sua morte se ne va quindi un esempio di intellettuale attiva, critica, militante e politicamente schierata sino all’ultimo, quando era ultranovantenne… e non importa il fatto che sia stata fondatrice di una testata molto importante come Il Manifesto. Se si fosse trattato del Il Tempo o del Il Messaggero sarebbe stato lo stesso, ai miei occhi. Quello che si ricorda di lei, infatti, non è solo la militanza attiva, ma soprattutto la mente critica, la chiarezza di idee e posizioni. Per questo ho idea che si sia spento un faro…

Addio, Rossana…

(date essenziali dei dati biografici tratte da wikipedia, liberamente modificate)