GIOVANNI FALCONE.  Le idee restano

 

FALCONE “In che mondo sei costretta a vivere, bambina mia” (introduzione)

“Se oggi sono tante le scuole, le vie, le piazze che in tutta Italia tengono vivo il ricordo di Falcone, se in tante classi si studia il suo lavoro, se il 23 maggio è diventata una data “di Stato”, lo si deve in gran parte alla passione di Maria Falcone, sorella di Giovanni”(introduzione).

Da lei, Maria, noi abbiamo deciso di prendere il testimone di questa lettura. E il motivo sta proprio nelle pagine iniziali del prezioso testo, anzi, addirittura dalla dedica: “Ai ragazzi del Duemila”. Quelli che affollano (da settimane solo da dietro uno schermo, ahimè) il nostro liceo sono proprio quei “ragazzi del Duemila” cui si rivolge l’autrice.

L’impostazione del libro è quella del “diario di bordo” (o diario di viaggio, se preferite), perché la narrazione inizia proprio partendo dall’arrivo di Monica Mondo a Palermo, del suo accompagnamento a Maria nel suo “personale pellegrinaggio nella memoria, laico e religioso a un tempo”, necessario e imprescindibile perché “Palermo bisogna attraversarla, vedere il contrasto tra puzza e lusso, tra ricchezza e povertà, esclusione e raffinatezza d’altri tempi”. Solo così è possibile provare a capire. Ma ovviamente NON è solo questo! Da qui si parte per una riflessione a 360° sulla figura di Giovanni, sulla sua formazione (fisica e psicologico-spirituale), sulla sua carriera, non scevra da invidie e malevolenza, della sua attitudine al sacrificio, non lontana però da una “umanità” toccante: non voleva essere un eroe, Giovanni. Non voleva mettere a rischio i suoi cari, Giovanni. Però lo ha fatto. Non per spregio della vita, bensì in nome di un lascito sacro e prezioso. Quel lascito siamo tutti noi lettori, ma ancor più lo sono i siciliani, che dopo la sua morte (e quella dell’altro martire della legalità, Don Puglisi, non dimentichiamolo mai…) si sono “risvegliati”, come dice Maria nelle bellissime pagine finali del libro, in una specie di secondi “Vespri siciliani”. La similitudine vi sembra azzardata? Non così tanto, direi…

E così Maria ci porta per mano, come se fossimo lì con lei in quel suo pellegrinaggio d’amore fraterno, anche attraverso la struttura del libro. Soffermiamoci, infatti, sull’indice, che sembra un vero percorso da seguire per arrivare ad una meta prestabilita: LA FEDE E LA FIDUCIA; IL PRESEPE; LA FAMIGLIA DELLA KALS;  IL MOMENTO DELLA SCELTA; LA MATTANZA; IN TRINCEA, CHI SALVA GIOVANNI?; IL TESTIMONE; L’ASTRONAVE; I  CORVI; A ROMA, NON PER FUGGIRE; QUEL SABATO DI MAGGIO; I GIORNI DI GIUDA; PAPERE ED EROI; I VESPRI SICILIANI.

Noi decidiamo di seguirla e NON ce ne pentiamo… La “passeggiata” è coinvolgente, le descrizioni sono icastiche, le parole sono da tragedia greca (nel senso nobile del termine, non in quello inflazionato). Non possiamo che emozionarci a sentire come, ad esempio, l’onomastico di una nipote, che cadeva quel maledetto 22 maggio, sia stato “sfrattato” definitivamente da quel giorno: sono esperienza che non possiamo capire se non le abbiamo provate, ma possiamo immaginarne la portata, specialmente se ce le descrivono tanto bene…

E poi… certi eventi di portata epocale non si dimenticano più! Come ho detto stamattina ai miei studenti in una delle nostre usuali “videolezioni” (questo passa il convento, in epoca di pandemia…), chiunque ne abbia vissuto uno ricorda benissimo dov’era esattamente quel giorno a quella precisa ora: io ero alle prese con la stesura della mia tesi di laurea e quella terribile notizia mi invase con il suo boato assordante lasciandomi stordita…

Voi dove eravate? Se avete almeno la mia età non potete non ricordarlo!