Figli

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FIGLI- Michele Serra

“Ci fu un periodo che io, mia moglie e quasi tutti i nostri amici, avendo passato i trent’anni, coltivammo l’idea di avere un figlio. Avere un figlio, per la verità, solitamente non è un’idea: piuttosto una cosa che accade. Solo che a noi non accadeva mai. Non escluderei che tra le diverse cause di questo impaccio a procreare ci fossero le interminabili discussioni sulle tecniche di parto indolore, la psicologia della puerpera, il condizionamento culturale della prima infanzia e altre importanti questioni di carattere sociale e ginecologico, la cui disamina si protraeva spesso oltre le due di notte, quando la pur modesta energia necessaria all’amplesso svaporava nel sonno”. (incipit del libro).

Edito nella collana ZOOM Flash, il breve racconto di Michele Serra (tratto da Il nuovo che avanza) si incentra sull’idea/chimera della genitorialità, una delle cose più naturali e “normali” del mondo, che però all’improvviso diventa un incubo.

La protagonista, Lara, porta la spirale da quando aveva quindici anni (!) e si guarda bene dal toglierla, perché per lei è una sorta di “ultima garanzia di poter avere un figlio”, una sorta di “illusione” di foscoliana memoria. Quando, per un evento fortuito, se  la deve togliere d’urgenza, è come se il meccanismo si inceppasse: in una situazione chiaramente pirandelliana niente va più per il verso giusto e Lara deve “sbattere il muso” contro la sua sterilità.

Una conclusione liberatoria ci “salva” da questo incubo lettererario.

Surreale, ma bello!

latineloqui69