L’amore molesto

amore molesto

“L’amore molesto” è il primo romanzo di Elena Ferrante, pubblicato nel 1992 e vincitore del Premio Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante. Nel 1995 Mario Martone ne diresse la pluripremiata trasposizione cinematografica (che io, però, non ho ancora avuto occasione di vedere).

È un thriller psicologico a sfondo drammatico, che scava nell’interiorità della protagonista, la quale, durante la ricerca della verità riguardo alla morte inaspettata di sua madre, riscopre angoli nascosti della sua personalità e particolari rimossi della sua vita

La trama ruota dunque intorno al rapporto tra Delia e la madre Amalia, un rapporto madre-figlia scavato con crudeltà e con passione.  Tutto comincia quando il corpo della madre di Delia, Amalia, viene ritrovato in mare a seguito di quello che sembrerebbe un suicidio tramite annegamento. Delia non crede alla versione ufficiale dei fatti, pertanto cerca di ricostruire passo per passo la vita di sua madre, in modo da capire con quali persone avesse avuto a che fare nei suoi ultimi anni e se qualcuna tra esse possa considerarsi responsabile della sua morte. Presto Delia decide di dedicarsi all’analisi delle figure maschili presenti nella vita di Amalia: il fratello (e zio di Delia) Filippo, un uomo ormai anziano e debole, dal carattere espansivo e estroverso; il marito (e padre di Delia) da cui Amalia era scappata più di vent’anni prima, uomo ottuso, violento ed estremamente geloso; infine Nicola Polledro, detto Caserta, l’affascinante anziano che, nell’ultimo periodo, la vedova De Riso (una vicina di casa) era solita vedere entrare e uscire dall’abitazione di Amalia.

Delia, nel suo doloroso percorso di elaborazione del lutto e ricostruzione dei fatti, passa molto tempo con suo zio Filippo che, in modo confuso e poco attendibile, la aiuta a ricordare alcune tra le crudeli imposizioni e violenze domestiche che Amalia era stata costretta a subire. Durante quest’analisi emerge sempre più nitidamente, come causa di tutto quel male, la figura di Caserta che, per amore o ossessione, aveva sempre cercato di essere presente nella vita di Amalia.

Delia decide di calarsi ancora più a fondo in questa ricerca compulsiva di dettagli sulla vita della madre, passionale, intricata e affascinante, come la figlia l’aveva sempre immaginata. Per far questo decide di cercare Caserta, che sembra voler giocare con lei attraverso confusi segnali, inseguimenti e apparizioni improvvise.

La ricerca dell’uomo non sembra mirare a concludersi in qualcosa di concreto, bensì sembra destinata a celare l’elemento al centro di tutta la vicenda: l’introspezione di Delia volta alla comprensione dei suoi più oscuri segreti e volta anche all’analisi del morboso rapporto tra lei e sua madre, per la quale nutriva ammirazione e paura, gelosia, curiosità e repulsione sessuale.

Il loro era un legame dalle inspiegabili dinamiche, costruito sull’amore, ma anche sul desiderio di rivalsa, lo stesso che aveva spinto Delia, all’età di cinque anni, ad elaborare in modo volutamente errato alcune molestie subite dall’anziano padre di Caserta. La bambina dell’epoca si era voluta immedesimare nella madre a tal punto da raccontare a suo padre la vicenda delle molestie rendendone, però, protagonisti Amalia e Caserta, in modo da innescare l’ira del violento marito contro la moglie e il suo possibile amante.

Insomma, un libro “pesante”, non una lettura da spiaggia! Per riflettere…

(dati essenziali della trama tratti dalla relativa pagina di wikipedia)