L’isola delle rose

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“Tu inventi giocattoli per i quali sistematicamente ti fai arrestare e io per un attimo me l’ero quasi dimenticato!”  

“L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”,  reso graficamente come “L’incredibile storia de l’Isola delle Rose”, è un film del 2020 diretto da Sydney Sibilia.

La pellicola narra la vicenda dell’Isola delle Rose, la piattaforma artificiale creata dall’ingegnere Giorgio Rosa, divenuta micronazione il 1º maggio 1968 e demolita nel febbraio del 1969.

Il film comincia a Strasburgo, nell’inverno 1968. Mentre si reca in ufficio, il presidente del Consiglio d’Europa nota un uomo che da giorni sosta nell’androne del palazzo in attesa di poter esporre il proprio caso al parere dell’organizzazione. Dopo molte insistenze e supportato da documenti firmati dalle Nazioni Unite, Toma accetta di incontrarlo e ascoltare la sua storia.

La scena passa poi a Bologna, dove la sera in cui festeggia la sua laurea in ingegneria, il giovane ed eccentrico Giorgio Rosa (Elio Germano) incontra la sua vecchia fidanzata Gabriella (Matilda De Angelis, notissima al pubblico televisivo per la grande partecipazione alla fiction “Tutto può succedere”), laureata in legge. Il suo tentativo di approcciarla e recuperare il loro rapporto si rivela però infruttuoso, soprattutto perché Gabriella lo ritiene immaturo e incapace di conformarsi alla società moderna. Dopo alcuni vani tentativi di adattarsi alla società, Giorgio decide infine di costruire una piattaforma marittima a 6 miglia dalle coste di Rimini, quindi fuori dalle acque territoriali italiane, per farne il proprio mondo privato. Con l’aiuto del suo vecchio amico e compagno di studi, il ricco Orlandini, Giorgio riesce con mille espedienti a realizzare la sua visione, che ribattezza Isola delle Rose.

Un’altra grande prova del poliedrico Elio Germano che -sarebbe il caso di dire…- non si ferma più!

E ora passiamo ai necessari dati storici:

Simbolo dell'Isola delle Rose

Simbolo dell’Isola delle Rose

L’isola delle Rose (in esperanto Insulo de la Rozoj), nome ufficiale Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose (esp. Esperanta Respubliko de la Insulo de la Rozoj), fu il nome dato a una piattaforma artificiale di 400 m² che sorgeva nel mare Adriatico a 11,612 km al largo della costa tra Rimini e Bellaria-Igea Marina e 500 m al di fuori delle acque territoriali italiane; ideata dall’ingegnere bolognese Giorgio Rosa nel 1958 e terminata nel 1967, il 1º maggio 1968 autoproclamò lo status di Stato indipendente, ma di fatto fu una micronazione. L’Isola delle Rose, pur dandosi una lingua ufficiale (l’esperanto), un governo, una moneta e un’emissione postale, non fu mai formalmente riconosciuta da alcun Paese del mondo come nazione indipendente. Occupata dalle forze di polizia italiane il 26 giugno 1968 e sottoposta a blocco navale, l’Isola delle Rose fu demolita nel febbraio 1969. L’episodio venne lentamente dimenticato, considerato per decenni solo come un tentativo di “urbanizzazione” del mare per ottenere vantaggi di natura commerciale. Solo a partire dal primo decennio del 2000 esso è stato oggetto di ricerche e riscoperte documentarie imperniate invece sull’aspetto utopico della sua genesi.

Io conoscevo la storia solo dal 2014, quando ebbi occasione di leggere l’originale libro di Walter Veltroni intitolato “L’isola e le rose”, di cui -se volete- potete leggere la recensione qui:

https://scuolaeculturaoggi.myblog.it/2014/06/30/lisola-le-rose/

(Dati del film e dati storici dell’isola tratti da wikipedia.org)