Violet Evergarden

Violet Evergarden

Violet Evergarden

 

“Una lettera scritta dal profondo del cuore è un dono molto prezioso, te lo assicuro”

In epoca di quarantena mi sto aggiornando un po’ e contemporaneamente sto riprendendo alcuni fili preziosi della mia vita…

Violet Evergarden è una serie di 13 episodi (ognuno di una ventina di minuti)  basata su una light novel scritta da Kana Akatsuki e illustrata da Akiko Takase. Protagonista è la bellissima ragazza dell’immagine: Violet. Ma non fatevi ingannare dalla foto e dai suoi splendidi occhi celesti come il cielo o come il mare pulito. Non si tratta di una adolscente”normale”, bensì di una combattente. Non lo avreste mai detto, vero? Neanche io...

Allora andiamo avanti con qualche dettaglio in più, ma non troppi, per non togliervi il gusto di vederla…

Violet è un’orfana che, durante un’operazione militare, viene catturata e fatta prigioniera dall’esercito del Leidenschaftlich, intenzionato a sfruttare a proprio favore le sue incredibili  capacità belliche. Ella trascorre tutta la sua adolescenza sui campi di battaglia con la conseguenza che, non avendo visto altro che morte e distruzione per tutta la sua vita, diviene del tutto incapace di provare sentimenti. Finita la guerra, Violet (che si era guadagnata il triste appellativo di “arma” per il cinismo con cui uccideva a sangue freddo) viene reintegrata tra i civili grazie a un suo vecchio commilitone che, preoccupato dal fatto che lei non ha mai avuto niente e nessuno al di fuori dell’esercito, decide di regalarle l’opportunità di costruirsi una vita normale assumendola nella sua società di scrittura e spedizione di lettere a lavorare come bambola di scrittura automatica (Auto Memory Doll). Lei, che ignora di che tipo di lavoro si tratta, decide di accettare al solo scopo di capire il significato delle parole “Ti amo“, che il suo adorato comandante aveva pronunciato nell’ultimo istante condiviso insieme.

Non si tratta, ovviamente, di un “cartone per bambini”. Le scene di guerra sono forti e cruente e quasi nulla di quel contesto di morte lasciato all’immaginazione, quindi ci andrei cauta con la scelta del pubblico adatto: a mio modo di vedere i bambini in età scolare hanno il DIRITTO di non sapere che al mondo esiste anche la guerra con tutte le sue conseguenze (esplosioni, morte, sterminio, spargimento di sangue, menomazioni). Le successive scene ambientate in un contesto di pace e tranquilla quotidianità, tuttavia, hanno un qualcosa di dolce e carezzevole, quasi a “compensare” della tragicità precedente.

Ogni episodio è a sé stante. Unico filo conduttore la figura della ragazza e la sua crescita interiore: solo attraversando una serie di esperienze lei diventerà sempre più umana.

L’episodio più bello è decisamente il decimo, in cui vediamo un VERO esempio di amore materno. Un amore tragico, come capita spesso nel mondo degli anime giapponesi, ma alto e nobile. Se non addirittura strappalacrime. Da quello ho scelto il titolo di questo post. Ve ne lascio scoprire il motivo! 😉

Grazie a chi me ne ha proposto la visione! :-*

(Dati essenziali tratti da wikipedia)