Il pannello

pannello_ERRI

Il pannello- Erri De Luca

Ci innamorò di Grecia antica perché ne era innamorato. Gli piaceva insegnare

Edito nella collana ZOOM Flash, il breve racconto di Erri De Luca, scritto nel 1994, fa parte della raccolta In alto a sinistra.

Il racconto –raccontato da un narratore omodiegetico-si svolge all’interno di una classe maschile del liceo classico Umberto I di Napoli, nell’anno scolastico 1966/67.

Semplice (ma non scontata) la trama.

Alcuni ragazzi in una qualsiasi giornata di un anno scolatico qualsiasi smontano il pannello della cattedra per guardare con malizia le gambe della bella supplente. Scoperti dai professori, si scatena un putiferio e l’intera classe viene minacciata di essere sospesa sia dal preside che da altri insegnanti, che incutono timore interrogando senza pietà e annunciando crudelmente i pessimi voti riportati, infierendo, quindi, nella loro funzione di quelli che hanno “il coltello dalla parte del manico”. Eppure i ragazzi pervicacemente resistono e nonostante le minacce e le vessazioni dei professori decidono di non denunciare i colpevoli, dando vita così- per la prima volta nella loro esperienza scolastica- ad un sentimento di solidarietà e coesione nel gruppo classe.  Su una strada diversa rispetto agli altri docenti, si muove invece il professor La Magna, docente di latino e greco, che con un discorso molto accurato e responsabilizzante  educa i suoi alunni nel concetto di omertà e solidarietà; secondo lui infatti l’omertà è una legge, creata prima dalla paura dell’uomo e poi dalla mafia; la solidarietà è invece una virtù, un sentimento che onora gli uomini, che però comporta il sacrificio personale in favore di qualcun altro;  soffermandosi anche sul rapporto professori /studenti e soprattutto sulle sue convinzioni umane e professionali, nonché sulla sua personale idea di scuola, riesce a farsi ascoltare, sicché gli studenti, senza denunciare i colpevoli, almeno si scusano in modo collettivo verso tutto il personale docente che, pur controvoglia, accetta le scuse.

Il racconto si conclude con il racconto della scomparsa del professor Giovanni La Magna, il cui ricordo da parte dell’autore è carico di emozione e gratitudine VERA, della cui morte Erri De Luca dice che “tutta quella Grecia svisceratamente amata da un siciliano, tutta quella sapienza si perdeva, anessuno poteva più trasmettersi”.

Però possiamo dire che non è stato certo così, visto che il “La Magna” è e resta uno dei corsi di lingua greca più belli che la sottoscritta abbia mai usato per la propria didattica! Esattamente come il vocabolario Greco-Italiano ”La Magna -Annaratone” (Carlo Signorelli Editore), che ancora campeggia nella mia libreria!

Evidentemente NON è passato invano su questa terra!

Toccante l’explicit: “Ci sono uomini che morendo chiudono dietro di loro un mondo intero. A distanza di anni se ne accetta la perdita solo concedendo che in verità morirono in tempo”.

In una parola: emozionante.

latineloqui69