La casa dei libri

“Nessuno è mai solo in una libreria”

Isabel Coixet a fianco della locandina del film

Isabel Coixet a fianco della locandina del film

“La casa dei libri” (“The Bookshop”: questo è uno dei casi in cui il titolo tradotto in italiano è MOLTO più evocativo dell’originale!) è un film del 2017 diretto da Isabel Coixet. Paese di produzione: Spagna. È basato sul romanzo “La libreria” di Penelope Fitzgerald (1978).

Il cast è corale, quindi mi limito a riportare i protagonisti e coprotagonisti:

Emily Mortimer: Florence Green
Bill Nighy: Edmund Brundish
Patricia Clarkson: Violet Gamart
Honor Kneafsey: Christine bambina
Francesca McGill: Christine adulta.

TRAMA: Florence Green, giovane vedova, decide di aprire una libreria nella piccola cittadina di Hardborough, nel Suffolk (contea dell’Inghilterra orientale). La scelta ricade su Old House, un edificio abbandonato dove aveva vissuto con il marito prima della guerra. Dopo molti suoi sacrifici fisici ed economici, il negozio apre e registra anche un certo successo, grazie soprattutto ad un affezionato cliente e lettore, il  misantropo Mister Brundish, e all’aiuto fattivo della piccola Christine, la sua piccola dipendente in età scolare che (ci tiene a precisarlo più volte) non ama i libri. L’influente e ambiziosa Mrs. Gamart ha però scelto lo stesso posto per aprire un centro culturale e non vede di buon occhio la presenza della donna, per cui cerca in TUTTI i modi di boicottarne l’attività. Grazie all’aiuto del nipote, membro del parlamento, viene promulgata una legge che permette alle autorità locali di prendere possesso di edifici ritenuti di interesse storico e culturale, se abbandonati da cinque anni. Mister Brundish in nome della sua tenera amicizia per Mrs. Green trova il esce di casa ed affronta di piglio Mrs. Gamart ma il suo aiuto finisce lì. Florence è quindi costretta ad abbandonare la casa e il paese, ma sarà proprio Christine ad escogitare un piano che manderà a monte i piani della signora Gamart (IN UN MODO CHE DOVETE SCOPRIRE DA SOLI).

Riconoscimenti: 2018 – Premio Goya (il più importante riconoscimento cinematografico spagnolo):  Miglior film; Migliore regista a Isabel Coixet; Migliore sceneggiatura non originale a Isabel Coixet.

Davvero un bel film: bella la trama, accurata l’ambientazione storica, bravi gli attori, specialmente la bambina, con quel suo piglio deciso e quel carattere meditabondo che colpiscono e affascinano. Bellissima, infatti, la scena finale, che dimostra che chi ben semina prima o poi raccoglie!

Inutile dire che la tematica è poi molto accattivante (e ancora tristemente attuale, purtroppo): una donna sola (perché vedova, ma se fosse single varrebbe lo stesso…) contro tutto e contro tutti. Contro le malelingue, contro le convenzioni, contro le maldicenze di ogni genere, contro le istituzioni, contro la società e le sue regole formali (“Perché ha scelto un vestito così rosso? Solo le cameriere si vestono di rosso nel loro giorno libero!”), contro gli stereotipi (“Il tempo passa più velocemente per una donna senza figli”). Una donna che deve combattere per la sola folle idea di perseguire un sogno e di realizzarsi professionalmente. Perché non si limita a “farsi risposare” e a “mettere al mondo dei figli” come invece dovrebbe. Perché sistema con le sue forze una casa diroccata e poi ci dorme da sola.  Perché legge, si informa, sa scegliere, diffonde cultura. Invece di restare nell’ombra, accende luci e interesse intorno a sé.

Eppure, pur uscendo dalla scena perdente, vince. Contro tutto e contro tutti, consegnandoci il suo BEL MESSAGGIO che scavalca i secoli.

Meditiamo, gente, meditiamo!

(dati essenziali della trama tratti dalla relativa pagina di wikipedia