Terre rare

“Più che un pignoratore di auto sembro un cavalier servente”

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Secondo la definizione della IUPAC, le terre rare (in inglese “rare-earth elements” o “rare-earth metals”) sono un gruppo di 17 elementi chimici della tavola periodica, precisamente scandio, ittrio e i lantanoidi. Ma solo alla fine del romanzo il lettore capisce cosa c’entrano realmente questi elementi con la trama….

La storia ci presenta un uomo che nel giro di ventiquattro ore perde il controllo della propria vita: fa un grave errore sul lavoro, gli viene sequestrata la patente, trova l’ufficio sigillato dalla Finanza, scopre che il suo socio è fuggito lasciandolo nei guai, rompe definitivamente con la sua compagna – e nel frattempo sua figlia è scappata da casa. Credendosi braccato, fugge a sua volta, alla cieca, ma lo sfacelo cui si è di colpo ridotta la sua vita, man mano che egli lo affronta, si rivela sempre più chiaramente un approdo, fatale e familiare – secondo una mappa interiore che era stata tenacemente rimossa.

Quest’uomo è Pietro Paladini, l’eroe immobile di “Caos calmo”, che alla fine di quel libro avevamo lasciato mentre rispondeva a un celebre verso di Dylan Thomas affermando che “la palla che lanciammo giocando nel parco è tornata giù da un pezzo. Dobbiamo smettere di aspettarla”. Ebbene, nove anni dopo lo ritroviamo in questo libro cinquantenne e nella situazione opposta, roso dall’ansia e senza più un posto dove stare, costretto a vagare alla ricerca di quella pace improvvisamente perduta, o meglio – e questa sarà la sua scoperta – mai veramente avuta.

Come il suo libro precedente, lanche in questo Veronesi ama le descrizioni ardite e le immagini forti (specialmente quelle sessuali) e anche stavolta si dimostra fine conoscitore dell’animo umano. Narratore interno e uso del presente narrativo garantiscono al lettore un’immersione completa nei luoghi e nei tempi narrati, nei panni stessi dello sfortunato protagonista. L’ambientazione (Sardegna, Lazio, Roma, litorale romano), a me familiare per vari motivi, mi ha reso empaticamente più “caro” il libro e la figura di Paladini, visto che opera ed agisce in ambienti che reputo “miei”…

Angosciante in alcuni punti, il libro tuttavia avvince nella lettura, che scorre fluida e veloce; anche grazie ad un tratto caratteristico dello stile di Veronesi: quel gradevole e fine rivolgersi ogni tanto al lettore con battute improvvise e fulminee (un esempio: “Andate pure a controllare: al sindrome di Atteone non esiste. La sindrome di Atteone l’ho inventata io in quel momento per rivolgere a D. il complimento- a detta sua- più arrapante e originale che le fosse mai stato rivolto”).

Interessante persino la struttura: due parti (la prima intitolata “Un giorno disumano” e la seconda “Terre rare”) e i vari capitoli costitutivi (ben 33) SEMPRE introdotti da un pensiero, una frase, una riflessione ad hoc. Il più bello? Sicuramente questo: “Se non avete mai pianto e volete piangere, fate un figlio” (David Foster Wallace).

(dati essenziali della trama tratti dalla presentazione google del libro)