Il cacciatore di aquiloni

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Il cacciatore di aquiloni  è il primo romanzo dello scrittore statunitense di origine afgana Khaled Hosseini, pubblicato in Italia nel 2004.

Si tratta di  un impegnativo romanzo ambientato negli anni Settanta in America, in Pakistan e in Afghanistan che racconta la storia di due ragazzi: Amir e Hassan.

Amir è un ragazzo afgano di etnia pashtun; Hassan è di etnia hazara e dimostra una grande lealtà verso Amir, suo grande amico. Hassan lavora come domestico con suo padre Alì nella casa di Baba,  amico di Alì e padre di Amir, un uomo ricco, intelligente e coraggioso, che riesce sempre a cavarsela grazie alle sue doti. Nonostante Amir sia il figlio di Baba, spesso il padre dimostra di voler più bene ad Hassan, anche quando fa di tutto per far curare il labbro leporino di Hassan, senza badare a spese.  Dunque Amir ha un rapporto molto sofferto col padre, ma riesce a trovare conforto in Rahim, altro amico del padre, con cui condivide la passione per la letteratura.

I due amici crescono assieme nella città di Kabul; la loro maggiore aspirazione è vincere l’evento del quartiere: la caccia agli aquiloni. Lo scopo di questo gioco è tagliare, per mezzo del proprio aquilone, il filo di quello degli altri giocatori. Gli aquiloni diventano di proprietà di chi li recupera: chi taglierà il filo del penultimo aquilone rimasto in aria vincerà la competizione e se riuscirà poi a recuperarlo ne fara il suo trofeo. Nonostante il talento di Hassan, essi non riescono per tanto tempo ad avere fortuna, finché Amir al suo dodicesimo anno di età vincerà la competizione con Hassan, restando l’unico con l’aquilone in volo. Alla vittoria, suo padre Baba si mostra fiero di lui per la prima volta; resta tuttavia da recuperare l’aquilone che Amir ha tagliato al momento della vittoria. Hassan è il primo a trovarlo ma si imbatte in tre violenti e bulli che tempo prima  egli aveva minacciato con una fionda riuscendo a metterli in fuga; ora quei  bulli, si vendicano violentementedi lui;  Amir assiste al fatto di nascosto ma non interviene, paralizzato dalla paura.

Nel 1981 Amir e il padre scappano. Arrivati nella città americana, fanno i venditori al mercatino delle pulci dove Amir si innamora di una ragazza di nome Soraya; inoltre, molto portato per la narrativa, si laurea in lettere.  Negli anni, egli Amir riesce a pubblicare diversi libri di successo, mentre falliscono tutti i suoi tentativi di avere figli con la moglie Soraya, nonostante la coppia non presenti sintomi di infertilità. Nel 2001, dopo vent’anni, Rahim, il vecchio e saggio amico di Baba, telefona dal Pakistan, dicendo ad Amir che c’è qualcosa che potrebbe fare per Hassan, ora che l’America lotta proprio lì contro l’Afghanistan e l’Iraq dopo gli attacchi dell’11 settembre.

Amir, da vent’anni roso dai sensi di colpa, torna in Oriente fino a Peshawar e incontra Rahim, che gli racconta come Hassan si sia sposato, abbia avuto un figlio, Sohrab, e sia andato a vivere nell’ex-abitazione di Baba, quando loro se n’erano andati. Ma, dopo aver trovato lavoro, Hassan e la moglie erano stati uccisi dai talebani per odio razziale e Sohrab era finito in un orfanotrofio. Egli decide di cercarlo all’orfanotrofio, dove scopre che un talebano diverse volte ha portato via bambini e bambine, che quasi mai sono tornati. Così Amir e Farid continuano a cercare Sohrab, contattando il talebano in questione durante un’esecuzione allo stadio: arrivato al complesso del talebano, Amir scopre che si tratta di Assef, il ragazzo che aveva fatto violenza al suo amico, sul quale si vendicano. Poi scappano e raggiungono il Pakistan, dove Amir viene ricoverato in ospedale per le ferite subite.

Ad Islamabad Amir cerca di ottenere l’adozione di Sohrab all’ambasciata americana ma, non potendo documentare la morte dei genitori, capisce che l’unico modo è far passare il bambino per un orfanotrofio. Lo comunica al bambino che, sconvolto dall’idea di entrare in una nuova “casa degli orrori”, tenta il suicidio; i medici lo salvano, ma Sohrab ormai si sente tradito definitivamente. Però, dopo aver risolto la pratica del visto e dell’adozione grazie a sua moglie Soraya, Amir torna con il nipote in America, dove Sohrab passa un anno in totale silenzio, per riprendersi da tutti gli orrori.

Un giorno, durante una caccia agli aquiloni in America, un angolo della sua bocca si piega ad un fugace sorriso, Il primo segno di ripresa dalla violenze subite, e, superando gli orrori vissuti, prima di andare a scuola, esce di casa con lo zio-padre adottivo Amir e Soraya a vedere gli aquiloni nel cielo di San Francisco.

(liberamente tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera)

Romanzo bellissimo, ma molto forte.

Icastica la rappresentazione dei luoghi e degli ambienti, Perfetta la ricostruzione storica dei posti, “violentati” dall’integralismo.

Solo per stomaci forti.

Nel 2007 è uscito il film omonimo “Il cacciatore di aquiloni” (The Kite Runner) diretto da Marc Forster, tratto dall’omonimo best-seller di Khaled Hosseini. Il film è uscito in Italia nel  2008, ma confesso di NON essere riuscita a decidere di vederlo. Troppo forte il messaggio di violenza, che non riuscirei a vedere sul grande schermo….

Latineloqui69