Pinocchio

“Tutte le cose belle richiedono pazienza”

Geppetto e Pinocchio in una scena del film di Del Toro

Geppetto e Pinocchio in una scena del film di Del Toro

Attenzione al titolo, che è importante! Il film si intitola “Pinocchio di Guillermo del Toro (Guillermo del Toro’s Pinocchio)”, NON semplicemente “Pinocchio”, e questo fa la differenza nella concezione della trama tutta!

Si tratta di un bellissimo  film d’animazione del 2022 diretto da Guillermo del Toro e Mark Gustafson, realizzato con la tecnica della stop-motion, e  basato sul romanzo di Carlo Collodi “Le avventure di Pinocchio”, di cui vuole essere una riscrittura e una reinterpretazione, NON una riproposizione!  Nessun confronto, quindi, con i precedenti cinematografici più o meno lontani, neppure con quello recente di Roberto Benigni!  Viene raccontata, infatti, la “solita” famosa storia del burattino di legno, ma innanzitutto cambiano spazio e tempo: siamo in un paesino del Nord Italia e principalmente nel ventennio fascista (anche se si fa riferimento ANCHE alla Grande Guerra…).

Protagonista il burattino di legno cui si allunga il naso quando dice le bugie? Insomma… Secondo me anche Geppetto ha un ruolo rilevante (almeno un comprimario, direi…):  “Un cittadino italiano modello; e anche un ottimo padre”, lo definiscono le “voci” dei paesani quando lo vedono passare. Ma pur sempre un uomo, un essere umano con le sue croci da portare, pesanti e ingombranti, le peggiori che si possano immaginare per un padre, che gli tolgono la voglia di sopravvivere e di vivere. Il suo dolore è legato a “Carlo, il suo piccolo angelo tornato in paradiso” (da notare il nome, probabilmente un omaggio al maestro Collodi!), vittima casuale e crudele di una guerra insensata (come lo sono tutte le guerre); un bambino allegro e solare, gioioso e amorevole, attaccato al padre, il classico “figlio perfetto”, colpevole solo di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato (ironia della sorte: in una chiesa davanti ad un bellissimo crocifisso cui stava lavorando il padre falegname!), colpito per un puro scherzo del destino, visto che “la cittadina di Geppetto non era neanche un obiettivo e che le bombe furono lanciate solo per alleggerire le zavorre!”.  Da quel giorno tremendo e funereo “gli anni passarono, il mondo andò avanti, ma Geppetto no. ed è qui che entra in gioco Sebastian il Grillo”. Egli “guardò quel vecchio piangere e si commosse”. Ecco perché si diede da fare: apparentemente solo il narratore della storia, egli diventa in realtà il “fautore” degli eventi. Aiutato dalla Fata Turchina? Oddio, proprio Fata Turchina non direi… Cancellate dalla vostra testa le tranquillizzanti e amorevoli Gina Lollobrigida e Nicoletta Braschi. Questa è più un’apparizione inquietante e quasi horror, uno spirito del bosco, una creatura simile a un angelo biblico ricoperto di occhi, che dona la vita a Pinocchio e che opera verso di lui con lo stesso amore che muove il personaggio collodiano (“Sii suo figlio; riempi i suoi giorni di luce e non sarà mai più solo!”).

E poi c’è spazio per altri personaggi: alcuni più “tradizionali” come Lucignolo e il  Conte Volpe (una sorta di fusione tra la Volpe e Mangiafuoco collodiani), altri  meno, come il podestà e  Benito Mussolini, la Morte, sorella dello Spirito del bosco e sovrana dell’oltretomba, simile ad una chimera, i Conigli neri servitori della Morte, ma anche Spazzatura, la maltrattata scimmia di Conte Volpe, che farà amicizia con Pinocchio dopo che costui prenderà le sue difese.

Insomma, da fiaba collodiana nata per “fare gli italiani” subito dopo l’unità d’Italia a fiaba dei nostri tempi, con tematiche “importanti” quali il rapporto genitori-figli, l’elaborazione del lutto, la “contesa” dell’amore genitoriale tra due fratelli, l’educazione e l’indottrinamento, la vita sotto il regime. Tutto meno soft di quanto abbiamo gustato nel libro di Collodi e in tutte le successive rappresentazioni cinematografiche e televisive; tutto più moderno e impattante!

E se volete sapere se almeno la conclusione è la stessa del capolavoro collodiano non vi resta che andare a vederlo!

Non ve ne pentirete!

 

(fonte per i dati: Wikipedia, pagina relativa)