I volenterosi carnefici di Hitler

volenterosi

TITOLO COMPLETO: I volenterosi carnefici di Hitler. I Tedeschi comuni e l’Olocausto.

(Titolo originale: Hitler’s willing* executioners).

 

Daniel Johan Goldhagen è figlio di Erich Goldhagen, già professore di Harvard e sopravvissuto all’Olocausto del ghetto ebraico rumeno di Czernowitz; Daniel assegna al padre il merito di aver creato in famiglia la struttura mentale per una discussione intellettuale della Shoah.

Goldhagen nel 1996 disse al The New York Times che “tutti si chiedevano il perché un ordine venisse dato, ma mai perché venisse eseguito.”

La sua ricerca in merito a questo, lo portò a passare 14 mesi a Ludwigsburg, in Germania, per esaminare documentazioni pertinenti, prima di tornare a Harvard e raccogliere tale materiale in questo libro, in cui esprime la sua tesi che i Tedeschi ordinari non solo sapevano, ma sostenevano l’Olocausto, in base ad un particolare e virulento antisemitismo eliminazionista che formava parte della loro identità e che si era sviluppato nei secoli precedenti. Il titolo dell’opera in questione, infatti, gira intorno a quell’aggettivo qualificativo, apparentemente insignificante: “comuni”. Goldhagen, infatti, non incentra la sua analisi sulle alte sfere, ma sugli uomini ordinari: colpisce, a tal proposito, un’affermazione: “Far lavorare un ebreo (…) costituiva lo sfogo di un impulso(…). Era un risultato, non un mezzo, indipendente dal valore del prodotto, indipendente anzi dalla produttività o meno del lavoro. Il lavoro degli Ebrei era fine a se stesso”. E più avanti: “Come vediamo nella fotografia 24 del nostro inserto, lo spettacolo di uomini, donne e bambini costretti, in abito da festa, a lavare le strade, i marciapiedi e gli edifici di Vienna (spesso con spazzole troppo piccole e acqua mista ad acido corrosivo) fu accolta con grida di gioia e di dileggio sa folle di austriaci”. Folle di uomini ordinari, non di ufficiali in uniforme.

Questo libro, di grande successo ma controverso, prese spunto dalla tesi dottorale di Goldhagen ad Harvard, che vinse nel 1994 il “Premio Gabriel A. Almond” della American Political Science Association in politica comparativa.

Secondo il The New York TimesI volonterosi carnefici di Hitler appena uscito attirò grande ostilità in Germania e successivamente lanciò un dibattito critico su scala nazionale in tale nazione. Alla fine del 1996, Goldhagen visitò Berlino per partecipare al dibattito in televisione e in conferenze sempre con “tutto esaurito”;  ricevette il prestigioso Democracy Prize nel 1997 dalla rivista tedesca Journal for German and International Politics, con la causale “…grazie alla penetrante qualità e forza morale della sua presentazione, Daniel Goldhagen ha scosso profondamente la coscienza del pubblico tedesco.”

E così è stato, non solo in Germania. La sua opera è stata una pietra miliare  e addirittura Papa Giovanni Paolo II, con la sua visita di riconciliazione e perdono alla Sinagoga di Roma, sembra aver abbracciato le sue tesi.

Ovviamente si stratta di un’opera pesante, difficile, densa. Non è un romanzo, ma un saggio storico. 618 pagine (nella mia edizione) fitte di dati angoscianti.

Solo per amanti della Storia VERA.

(Liberamente tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

* il titolo originale rende, meglio della traduzione (“volenterosi” è termine di accezione solo positiva e moralistica nella lingua italiana), il senso della connivenza dei Tedeschi; forse- meglio- noi diremmo “consenzienti”. Ma si tratta di un’osservazione puramente personale e che lascia il tempo che trova…

latineloqui69