Portami il girasole ch’io lo trapianti

Portami il girasole ch’io lo trapianti

(Montale, Ossi di seppia, 1925)

 

Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.

Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.

Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.

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Una delle mie poesie preferite in assoluto (e i miei alunni lo sanno bene…).

Insuperata la creazione lessicale del “girasole impazzito di luce”: una sinestesia originale e icastica, che comunica calore, solarità e gioia di vivere.

Nonostante tutto il pessimismo che la poesia trasuda, rimane nella mente del lettore solo la potente icasticità del girasole impazzito di luce…

Immenso Montale! Uno dei poeti italiani più belli, più intensi, più significativi, più “imaginifici” (nel senso latino del termine).

latineloqui69