Il divo

“Ho la coscienza di essere di statura media, ma se mi giro intorno non vedo dei giganti…”

Il divo è un film del 2008 scritto e diretto da Paolo Sorrentino, basato sulla vita del senatore a vita Giulio Andreotti negli anni Novanta.

Il titolo del film, che appare per esteso all’inizio del film, ossia Il divo – La spettacolare vita di Giulio Andreotti, deriva dal soprannome dato ad Andreotti dal giornalista Mino Pecorelli,  ispirandosi al titolo di Gaio Giulio Cesare.

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2008, si è aggiudicato il premio della giuria, ricevendo inoltre numerosi riconoscimenti italiani e internazionali, tra cui anche una candidatura ai premi Oscar 2010 nella categoria miglior trucco. E non si può che concordare con questo riconoscimento! Guardate la foto che ho scelto: siete sicuri di vederci il protagonista del film e non il vero Andreotti?

Toni Servillo in una scena del film

Toni Servillo in una scena del film

A metà tra un film e un documentario, la pellicola inizia con una lunga serie di morti di personalità di spicco (Moro, generale Dalla Chiesa, Pecorelli, Falcone, Calvi, Sindona, Ambrosoli), tutti decessi che riguardano direttamente o indirettamente proprio Andreotti. Seguono le parole delle lettere di Moro che dalla sua prigionia per mano delle Brigate Rosse si rivolgeva proprio ad Andreotti, evidenziandone la poca umanità e scongiurandolo di aprire le trattative coi terroristi per la sua liberazione.  La seconda parte del film s’incentra sui presunti rapporti di Andreotti con la mafia, fino alle udienze del maxiprocesso di Palermo, che lo vedono implicato per collusione con la mafia.

Prima dei titoli di coda una scritta informa che il primo processo per associazione mafiosa si concluderà con l’accertamento del reato, estinto per prescrizione, per i fatti precedenti alla primavera 1980 e l’assoluzione per i fatti successivi a tale data, mentre il secondo processo per l’omicidio di Pecorelli si concluderà con l’assoluzione piena.

“Alla visita di leva il medico mi disse che avevo sei mesi di vita. Anni dopo l’ho cercato per dirgli che ero ancora vivo. Era morto lui”; “Il potere logira chi non ce l’ha”; “Guerre puniche a parte, nella mia vita mi hanno accusato di tutto”; “Se non potete parlare bene di una persona, non parlatene.”

Lunghissima la tracklist del film, ma mi piace qui ricordare soprattutto le canzoni I migliori anni della nostra vita di Renato Zero e La prima cosa bella, scritta da Mogol e Nicola Di Bari ed eseguita dai Ricchi e Poveri.

Il film è stato presentato a Cannes il 23 maggio 2008, ricevendo quasi dieci minuti di applausi e il premio della giuria.

In generale vengono elogiate la grande prova d’attore di Servillo e il complesso lavoro stilistico di Sorrentino, che rielabora la realtà per creare una potente allegoria del potere assoluto.

l film è stata dedicata una puntata di Annozero condotto da Santoro. Nella puntata Andreotti non era presente, tra gli ospiti figuravano il politico Cirino Pomicino, il regista del film Sorrentino e lo scrittore Carlo Lucarelli.

«è molto cattivo, è una mascalzonata, direi. Cerca di rivoltare la realtà facendomi parlare con persone che non ho mai conosciuto»

(Dati essenziali della trama tratti da wikipedia.org)