Sole cuore amore

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Se diventare grande vuol dire vivere come vivi tu, non voglio diventarci!”

Una battuta di un dialogo toccante tra madre e figlia, il più bello, forse, del film del 2016 diretto da Daniele Vicari. È stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2016. Ambientato a Roma, vede come attori protagonisti Isabella Ragonese, Eva Grieco e Francesco Montanari. Ispirato a una storia vera, seppure non accreditata nei titoli di coda del film, che ha avuto come triste protagonista Isabella Viola, una donna di trentaquattro anni di Torvaianica.

La trama è da impatto. 108 minuti di angoscia pura, per chi conosce quel tipo di vita… Ogni mattina Eli (la bravissima Isabella Ragonese) si sveglia alle 4:30 e affronta una traversata di due ore a bordo di pullman, metropolitane e autobus per raggiungere il posto di lavoro. Vive, infatti, fuori Roma, e  fa la barista in zona Tuscolana a Roma (fermata Metro A Lucio Sestio, per chi è di Roma), ci sa fare con i clienti che apprezzano le sue crostatine fatte a mano, e ci mette del suo per rendere un incarico malpagato (in nero) qualcosa di vitale e gratificante. Del resto, con quattro figli da mantenere e un marito che ha voglia di lavorare ma non trova nessuno che gli dia un incarico serio, c’è poco da fare la difficile: dunque Eli sopporta le levatacce prima dell’alba, il quotidiano viaggio infinito di andata e ritorno, l’ignavo padrone del bar e la sua moglie maleducata, ma non smette di sognare un futuro più semplice e più stabile.

La sua amica e vicina di casa Vale è una performer che usa la danza moderna per esprimere la propria combattività, la stessa che la spinge a difendere la sua partner da un “impresario” violento e a litigare con la madre, borghesuccia dal carattere e dalle scelte di vita molte diversi dai suoi. Ele e Vale sono amiche da sempre, anzi, “sorelle”, hanno in comune l’amore per il ballo, che Eli ha accantonato per tirare su famiglia, e il desiderio di non soccombere alla quotidianità. Una battaglia che richiede generosità e fatica: ma di fatica si può anche morire, dall’oggi al domani. Solo per non essersi curate, solo per aver rimandato i controlli, per aver fatto finta di niente, per non rischiare di oerdere un lavoro umiliante, malpagato, faticosissimo ma necessario come l’aria…

Detto questo, buona Festa dei Lavoratori a tutti!

(Dati essenziali della trama tratti da wikipedia)