La tragedia di Genova

Pazzesco: non ci sono altri termini.

Nel 2018 dobbiamo assistere al crollo improvviso e non preannunciato di un viadotto come quello di Genova? Non è possibile, non è concepibile, non è scusabile.

Ad ora di pranzo accendo il TG come tutti i giorni e i titoli di inizio sono implacabili: tragedia a Genova. Crollato poco prima delle 12.00 il Ponte Morandi dell’autostrada A 10, un viadotto costruito intorno agli anni Sessanta per collegare il capoluogo ligure al suo ponente cittadino e poi a Savona e Ventimiglia, quindi una struttura ad alta percorrenza, che alcuni abitanti del posto sono soliti usare anche due/tre volte al giorno, nella più assoluta “normalità”.

E poi filmati, immagini, video amatoriali che vi lascio immaginare… Fino alla conta delle vittime: intorno alle 13.00 si diceva 11, a metà pomeriggio siamo già a 35.

Purtoppo la prima ipotesi è quella più sconvolgente: il  crollo potrebbe essere stato provocato da un cedimento strutturale. Ma come si fa??? Non mi piace chi specula sulle tragedie solo per scrivere qualche riga in più e trovo assolutamente fuori luogo il tam-tam mediatico che rimbalza per ore sul web ogni volta che si verifica una catastrofe di qualsiasi tipo, per cui mi limito a dire che -fatta la conta delle vittime e spese le dovute parole di cordoglio- bisognerebbe fare i conti con la realtà del nostro Paese, in cui da anni (decenni, mi dicono…) la manutenzione ordinaria non esiste più, sostituita- solo in casi eccezionali (nel senso brutto del termine)- da quella straordinaria: possibile che debba essere l’ennesima tragedia a farci riflettere per qualche ore sull’ovvio? possibile che non ci rendiamo conto che ciò che vogliamo che duri va “manotenuto” (nel senso letterale del termine) e che non paga mai attendere fatalisticamente l’inevitabile?

Mi vengono in mente i terremoti, le esondazioni e  tutti quei casi in cui la Natura Matrigna si riprende i suoi spazi dopo che l’Uomo se li è presi ma non in modo giusto e rispettoso, ma anche i deragliamenti improvvisi per incuria del sistema o i sempre più frequenti crolli di patrimoni artistici che hanno attraversato indenni i millenni e ora si sgretolano, all’improvviso, senza un apparente motivo…

Cos’altro aspettiamo per cambiare rotta?

Non ho altre parole e non trovo neanche giusto usarne…

latineloqui69